10 motivi evidence-based per cui tu ed i tuoi pazienti dovreste fare esercizio

Indice dell’articolo: Convinzioni ed aspettative1. L’ESERCIZIO È UNO DEI MIGLIORI INTERVENTI CON BUONE PROVE DI EFFICACIA CHE ABBIAMO PER IL…

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L’esercizio è importante, lo sappiamo, giusto?

Beh più o meno.

Molte persone sanno che l’esercizio fa bene a livello generale, ma la domanda è: queste persone sanno che l’esercizio è la cosa giusta per loro anche a livello individuale e per risolvere i loro problemi?

Applicare informazioni generali alla persona singola è una cosa completamente diversa.

L’idea che alcune cose ci fanno bene può essere vaga, una di quelle cose che possiamo aver letto su una rivista o sentito dire al telegiornale mentre mangiavamo i cornflakes.

Le persone si fanno idee su qual è il trattamento corretto per loro.

Queste idee possono derivare dalla loro approfondita ricerca su internet (giusto!), da quello che hanno sentito da amici, familiari o da precedenti trattamenti con un fisioterapista. Questo può portare ad avere idee abbastanza chiare su quello che dovrebbe e forse non dovrebbe essere fatto per aiutarli. Queste convinzioni non sono sempre in linea con le migliori informazioni disponibili che abbiamo sui trattamenti.

Un chiaro esempio è la convinzione che non valga la pena rischiare di fare esercizio se si ha dolore lombare (55% dei Neo Zelandesi). Questa statistica è stata presa da uno studio del 2016 di Darlow. (https://www.journalofosteopathicmedicine.com/article/S1746-0689(16)00006-7/abstract).

Sappiamo che l’esercizio può essere efficace per il dolore lombare, sicuramente non la panacea, ma una delle cose migliori che abbiamo a disposizione, con tanto di piano di trattamento, specialmente visto il basso costo e il basso rischio.


Convinzioni ed aspettative

Le nostre convinzioni guidano le nostre aspettative e le nostre azioni. Nell’ultima decade le aspettative previste stanno prendendo peso come fattore prognostico del recupero. Queste potrebbero influenzare il comportamento e la partecipazione ad un piano di trattamento, il che influenzerebbe poi l’outcome. Se non credo in qualcosa sarò meno propenso a farla.

Come possiamo combattere tutto questo? Beh, la mia opinione è che lo strumento migliore che abbiamo sia l’informazione di buona qualità, che possiamo usare per combattere le convinzioni che potrebbero trattenere le persone. Una chiave per iniziare ad influenzare le convinzioni, a parer mio, non è metterle in dubbio, ma informare le persone usando buone evidenze. Una delle mie frasi preferite è “Questo è quello che pensavamo, ma stiamo imparando nuove cose continuamente, le ultime ricerche suggeriscono…”

Ecco qui un po’ di “chicche” che possiamo usare per iniziare ad informare i nostri pazienti e clienti riguardo il ruolo dell’esercizio nel dolore e nella salute, che ovviamente finisce per influenzare anche il dolore!

Ricordate che dare informazioni alle persone ha il fine di cambiare le convinzioni più che mostrare quanto intelligenti siamo, quindi monitorare cosa accade è abbastanza importante.


1. L’ESERCIZIO È UNO DEI MIGLIORI INTERVENTI CON BUONE PROVE DI EFFICACIA CHE ABBIAMO PER IL DOLORE MUSCOLOSCHELETRICO

 Questo studio (journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0178621) del 2017, pubblicato su PLOS One, riporta prove di efficacia da moderate a forti a supporto dell’efficacia dell’esercizio come intervento per molti problemi muscoloscheletrici. Questo è in contrasto con le convinzioni che le cose debbano essere percosse, punte con aghi o “rimesse al loro posto”.

Il mio fisioterapista mi ha solo dato alcuni esercizi. Sì, perché ha seguito le evidenze!


2. L’ESERCIZIO NON TI FARA’ STARE PEGGIO

Moltissime persone vedono il corpo un po’ come una macchina. Più lavora, più parti avranno bisogno di essere sostituite. È vero? Assolutamente NO. Il corpo è un organismo vivente che si adatta sia positivamente che negativamente agli stimoli. Più attivi siamo (con criterio) più diventiamo forti. Meno attivi siamo, beh…

Una classica convinzione comune è che il tuo disco intervertebrale più lo usi più si logora. Questo studio di Battié del 2009 (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19111259) ha osservato coppie di gemelli per determinare i fattori che più contribuiscono alla degenerazione discale. Suggeriscono che “la visione comune per cui la degenerazione discale sia primariamente il risultato di invecchiamento e danni da usura dovuti a stimoli meccanici e infortuni non è supportata da questa serie di studi”.

Questo studio (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28734718) del 2017 ha rilevato che in presenza di una lesione della cuffia dei rotatori il peggioramento della lesione non sembra essere semplicemente correlato al livello di attività fisica. Infatti suggeriscono che lo sviluppo del dolore sia effettivamente associato ad un MINORE livello di attività.

Se mi avessero dato un Euro ogni volta che mi è stato detto che la corsa danneggia le ginocchia sarei un uomo ricco. Uno studio su maratoneti (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1950873) ha mostrato che i runner hanno MENO anormalità meniscali che i non runner.


3. L’ESERCIZIO POTREBBE SORPRENDENTEMENTE RENDERE I TUOI DISCHI PIU’ SANI!

Due studi recenti hanno mostrato l’effetto POSITIVO dell’attività sui dischi intervertebrali.

Il primo, questo studio (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28976592) del 2017, ha mostrato che attività PIÙ vigorose erano associate ad una MIGLIORE salute del disco alla risonanza magnetica.

Il secondo studio (https://www.nature.com/articles/srep45975) del 2016 ha mostrato come i runners abbiano dischi intervertebrali più trofici rispetto ad un gruppo non atletico. Gli autori suggeriscono che la corsa in effetti rinforzerebbe i dischi, non è chiaro se qui si possa inferire una relazione causa effetto, ma questo va comunque contro la convinzione comune che l’attività causa danni da usura.


4. L’ATTIVITA’ È UN ANTIDOLORIFICO

Questo studio (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28187102) ha mostrato che gli anziani PIÙ attivi avevano anche un miglior meccanismo endogeno di inibizione del dolore quando è stata testata la loro “conditioned pain modulation” (CPM). In altre parole: questo significa che più erano attivi più erano efficienti i erano i loro meccanismi antidolorifici naturali. Che, ovviamente, è super figo.


5. L’ESERCIZIO È ANTINFIAMMATORIO

Questo studio (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4685958/) ha mostrato che una regolare attività fisica produce un incremento di interluchina-10, una citochina antinfiammatoria che può ridurre la sensibilizzazione nocicettiva.

Ora, il cavillo è che questo studio è stato fatto su una popolazione di animali ma, siccome sappiamo che ci sono associazioni tra inattività e dolore sia acuto che cronico negli umani, è una correlazione che potenzialmente necessita di essere esplorata meglio.


6. LA MANCANZA DI ESERCIZIO È ASSOCIATA AL DOLORE CRONICO

Questo grosso studio (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21601986) ha indagato la relazione tra esercizio ricreativo e dolore cronico. Sono stati studiati sia soggetti giovani che anziani e i ricercatori hanno trovato che per entrambi i gruppi la partecipazione all’esercizio era associata ad un ridotto dolore cronico. Era presenta una relazione inoltre per la frequenza, durata e intensità di quell’esercizio.


7. L’ASSENZA DI ESERCIZIO È UNA DELLE MAGGIORI CAUSE DI PATOLOGIE CRONICHE

Questo studio multidisciplinare (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4241367/) monta un caso contro la mancanza di esercizio, essendo questo una prevenzione primaria contro 35 condizioni croniche di cui soffriamo noi poveri umani. Questo va oltre quello con cui molti di noi impegnati nel campo muscoloscheletrico avremo a che fare, ma mostra l’importanza dell’esercizio anche nella salute sistemica.


8. È IMPLICATO ANCHE NELLA SALUTE MENTALE

Stiamo capendo sempre di più come mente e corpo non possano essere realmente separati. La salute fisica e quella mentale sono interdipendenti nell’essere umano e indovina un po’, l’esercizio ha un ruolo nel migliorare anche la salute mentale. Lo studio di Deslanded del 2009 (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19521110) esplora i meccanismi che potrebbero essere correlati alla salute mentale e l’esercizio. Questo studio randomizzato controllato ha studiato l’esercizio aerobico e una varietà di misure per la salute psicologica (psycnet.apa.org/record/1990-02024-001). Gli autori hanno osservato differenze significative tra i gruppi in favore del gruppo che faceva esercizio.


9. VUOI VIVERE PIU’ A LUNGO, GIUSTO?

L’allenamento di forza, in questo studio (www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0091743516300160) è stato visto avere un’associazione significativa con un decremento della mortalità in adulti over 65.

Ma solo una minoranza dei soggetti di quell’età segue le linee guida correnti.


10. AVERE UN CUORE PIU’ SANO

Questo studio prospettico (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3873278/) della durata di 15 anni ha rivelato come l’attività fisica sia un predittivo per le patologie cardiovascolari.


 Ricapitolando

Ci sono tanti altri studi che si relazionano con questi argomenti ma ne ho scelti solo alcuni. Penso dimostri che l’attività fisica e l’esercizio hanno un effetto su di noi a moltissimi livelli, dal cuore, alla testa, al dolore.

– Fallo

– Fallo

– Fallo

– Fallo

Articolo tradotto ed adattato da “10 EVIDENCE BASED REASONS WHY YOU AND YOUR PATIENTS SHOULD DO EXERCISE” di Ben Cormack.