Rate of perceived exertion (RPE)

L’RPE è uno strumento che indica il grado di fatica percepito da un soggetto durante una determinata attività fisica.

Rate of perceived exertion (RPE)
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L’RPE (Rate of Perceived Exertion) è uno strumento ampiamente utilizzato in ambito sportivo e riabilitativo che indica il grado di fatica percepito da un soggetto durante una determinata attività fisica [1].

Le sensazioni soggettive e le capacità di riuscire a stimare il carico interno e l’intensità di un lavoro nello studio della performance umana, sono stati oggetto di grande rilievo scientifico negli ultimi 50 anni. Riuscire a trovare un modo per quantificare l’intensità di un lavoro è molto importante per prevenire la comparsa di infortuni causati spesso da un gap tra la richiesta energetica di un determinato lavoro e le capacità fisiche dell’individuo [2]

L’RPE nasce quindi dal bisogno di individuare un metodo, semplice, economico ed efficace per quantificare i sintomi da sforzo, che sia applicabile ad una grande varietà di persone indipendentemente dal genere, età e nazionalità d’origine [1]. Una scala sviluppata per misurare l’RPE è la Borg Rating of Perceived Exertion Scale.


Cos’è la Borg Rating of Perceived Exertion Scale?

La Borg Rating of Perceived Exertion Scale prende il nome dal suo creatore, lo scienziato svedese Gunnar A.V. Borg. In realtà bisognerebbe parlare di scale di Borg, dal momento che durante gli anni ne sono state create diverse.

La prima versione venne implementata nel 1960 e rappresenta una scala categorica (o nominale)[1] ovvero una scala puramente qualitativa che come tale permette di fare una stima soggettiva della sforzo percepito in base alle sensazioni fisiche come ad esempio l’incremento della frequenza cardiaca, della frequenza respiratoria, della fatica muscolare e della sudorazione [2]


Come si misura la RPE scale?

Di seguito viene illustrata la scala di Borg (Tabella 1). 

Tabella 1. Scala di Borg

La scala si compone di 15 gradi che vanno dal numero 6 al numero 20 a cui corrispondono delle espressioni verbali o ancore verbali[3] che possono aiutare i soggetti ad identificare con più precisione il numero correlato alla propria sensazione di fatica; per esempio al limite inferiore della scala, ovvero al numero 6, corrisponde la parola “nessuna fatica” mentre al limite superiore della scala, cioè al numero 20, corrisponde “massima fatica”. 

Durante la somministrazione della scala di Borg, quindi, viene chiesto ai soggetti di indicare quale livello di fatica sente di aver raggiunto facendo anche riferimento, come dicevamo poc’anzi, alle espressioni verbali presenti nella scala. Inoltre per ottimizzare al meglio la sua applicazione, viene spiegato accuratamente ai soggetti di non considerare singole sensazioni come dolori alle gambe o respiro corto, ma di considerare le sensazioni di fatica nel loro complesso [2].

La somministrazione può avvenire durante l’allenamento, nelle ore successive allo sforzo fisico o anche prima che venga eseguita un’attività con lo scopo di indicare il tipo di intensità da raggiungere per l’esercizio richiesto.


La modified RPE scale

La modified RPE scale (Borg CR-10) nasce invece, con l’intento di creare una scala categorica che abbia le proprietà di una scala di rapporto, ovvero una scala dove innanzitutto esiste uno zero assoluto e inoltre si possono applicare calcoli come le divisioni. In questo modo si può affermare che se, ad esempio, al numero 4 della scala corrispondesse la voce “leggero” al numero 2 dovrebbe corrispondere uno valore pari alla metà di tale intensità. Allo stesso modo l’ancora verbale dovrebbe rimandare ad un valore quantitativo pari alla metà del valore “leggero” come ad esempio “molto leggero” [1].

La somministrazione di questa scala rispetta gli stessi criteri enunciati precedentemente. 

Tabella 2. Modified RPE scale (Borg CR-10)

Esiste anche una versione modificata, molto utilizzata in ambito respiratorio, per valutare la percezione della fatica in soggetti con dispnea [4].

Recentemente in letteratura è stato dimostrato anche che l’RPE e correlato con %1RM nel Resistance Training [5,6]. Gli studi considerati nella metanalisi di Morishita et al., che ricercavano una relazione tra RPE e intensità di carico attraverso percentuali di 1RM hanno mostrato che, usando la modified RPE scale, a RPE 2 corrisponde circa il 20% di un RM e ad un RPE 7 approssimativamente il 70% di un RM [5].


Correlazione tra RPE e frequenza cardiaca

Diversi studi hanno dimostrato una forte correlazione tra RPE e frequenza cardiaca [1,7,8,9].

In test su esercizi progressivi o incrementali, come ad esempio lavori sul cicloergometro, è stata riscontrata una relazione lineare tra RPE e FC (r = 0.8-0.9) e una relazione fortemente positiva con il lattato sanguigno e muscolare [1,10,11].

Proprio su questa base la prima versione della scala di Borg fu strutturata con valori che vanno da 6 a 20 per poter associare ad essi valori di frequenza cardiaca da 60bpm a 200bpm. Quindi Borg supponeva che per un valore pari a 13 sulla scala corrispondesse una frequenza cardiaca approssimativamente di 130bpm (13×10). Ovviamente Borg stesso asserì che tali valori non devono essere presi alla lettera perché bisogna considerare certe variabili alla quale possono essere legate alterazioni della frequenza cardiaca come l’età, tipo di esercizio, ambiente, ansia ecc [1].

In uno studio sugli effetti dei beta bloccanti, ad esempio, è stato dimostrato una alterata risposta cardiaca e di VO2 durante l’esercizio nei soggetti che fanno uso di β-bloccanti. Nonostante questo, la percezione dello sforzo rimane pressoché invariata e difatti lo studio conclude che l’RPE potrebbe essere considerato uno strumento valido per valutare lo sforzo su soggetti in cura con β-bloccanti più che della FC e della VO2max [12].

Inoltre un altro studio di Impellizzeri et al., ha dimostrato, pur confermando la correlazione tra RPE e FC, che è importante considerare il carattere psicobiologico della scala [8]; in particolare, osservando situazioni di over-reaching e overtraining negli atleti, è stato notato come per una data frequenza cardiaca venivano indicati valori di RPE maggiori (quindi un carico interno percepito più alto rispetto alla risposta puramente fisiologica del corpo), suggerendo una sensibilità maggiore di quest’ultimo nel calcolare situazioni di accumulata fatica rispetto alla FC. 


Conclusione

La Borg Rating of Perceived Exertion è uno strumento di facilissimo utilizzo, una semplice lista numerica da compilare in pochissimi secondi e che può essere (auto)somministrata in una singola occasione o molteplici volte per la valutazione dello sforzo [2].

Trova applicazione in ambito lavorativo, sportivo e riabilitativo e la scelta di quale versione utilizzare può dipendere dai presupposti per cui la si vuole utilizzare. Borg suggerisce di usare la prima per motivi prettamente correlati alla percezione dello sforzo durante test fisici, per predire o prescrivere l’intensità dell’esercizio in ambito sportivo e medico, mentre la modified RPE scale  trova applicazione anche per la valutazione di altri sintomi soggettivi come difficolta respiratorie, fastidi e dolori [1]