6 Minute Walking Test: il test del cammino

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Noto fin dai tempi della laurea triennale, il 6 Minute Walking Test fa parte del panorama culturale di ogni fisioterapista. Ma cosa sappiamo esattamente di questo test?

In passato, per testare la capacità funzionale di una persona, veniva chiesto ai pazienti quante rampe di scale riuscissero a compiere o per quanti metri potessero camminare. Se una persona, ad esempio, riusciva a percorrere 2 o 3 rampe di scale, di norma sarebbe sopravvissuta a un intervento chirurgico. Questo metodo di valutazione altamente soggettivo esponeva al rischio che la persona sovrastimasse o sottostimasse enormemente le sue reali capacità. Agli inizi degli anni ’60 cominciano a comparire i primi test oggettivi delle capacità funzionali, spesso derivati dal mondo del fitness (1). Dal test del cammino dei 12 minuti (2), infatti, viene sviluppato dall’American Thoracic Society (ATS) il test del cammino dei 6 minuti o 6 Minute Walking Test (6MWT), ufficialmente introdotto nel 2002 con le rispettive linee guida (3).

Il 6 Minute Waliking Test era ritenuto più appropriato a persone che presentassero delle comorbidità cardiorespiratorie, più facile da somministrare e infine più vicino alle attività di vita quotidiana rispetto ad altri test simili (4).


A cosa serve il 6 Minute Walking Test?

Nato in ambito pneumologico, in breve tempo il test del cammino in 6 minuti si è esteso all’ambito della riabilitazione cardiorespiratoria e ad oggi è usato in svariate condizioni cliniche, sebbene non in tutte siano presenti studi validati che ne attestino l’utilità clinica (5).

L’indicazione maggiore per sottoporre un paziente al 6 minute walking test è la misurazione di una risposta a un intervento medico, in pazienti con moderate o severe patologie cardiache o polmonari.

Una misurazione degli outcome pre e post intervento è consigliata in casi come: resezione polmonare (6), trapianto polmonare (7), chirurgia di riduzione del volume polmonare (8), riabilitazione polmonare (9), terapia farmacologica per malattie polmonari croniche ostruttive (10), ipertensione polmonare, insufficienza cardiaca (11).

In aggiunta a queste condizioni, il test del cammino in 6 minuti è in grado di rilevare lo stato funzionale di un soggetto che presenti una malattia cronica ostruttiva a livello polmonare, fibrosi cistica (12), insufficienza cardiaca (13), patologie vascolari periferiche (14) o semplicemente la capacità di esercizio e lo stato di autonomia delle persone anziane (15), ad esempio dopo artroprotesi di ginocchio (16).

Negli ultimi 20 anni, infine, il test è stato usato come strumento di stratificazione e valutazione prognostica per soggetti con scompenso cardiaco (17) e come indicatore di morbilità e mortalità, in patologie cardiorespiratorie, a scopo epidemiologico (18).

In generale, il test misura la distanza che un paziente può percorrere su una superficie piana, in un periodo di 6 minuti (6 MWD). Valuta, pertanto, la risposta integrata e globale di tutti i sistemi coinvolti durante l’esercizio: sistema polmonare, sistema cardiovascolare, circolazione sistemica, circolazione periferica, sistema neuromuscolare e metabolismo muscolare. Non è un test diagnostico e non fornisce informazioni specifiche sulla funzionalità di ogni sistema, ma solo informazioni complementari. Il test del cammino in 6 minuti è un test submassimale della capacità funzionale (19).


Come si svolge il test del cammino in 6 minuti?

Il test si svolge prevalentemente in ambiente chiuso, lungo un corridoio lungo e stretto, con superficie rigida e piana. La distanza camminata deve essere di 30 metri e ogni 3 metri il corridoio dovrebbe essere segnato. I punti di svolta devono essere segnati con dei coni. È opportuno che anche la linea d’inizio sia segnalata sul pavimento. Una distanza inferiore a 30 metri farebbe girare il paziente troppo spesso, con il rischio di ridurre la distanza totale percorsa. L’uso di un treadmill potrebbe ridurre gli spazi, ma non è consigliato dalle linee guida. In caso il test venisse svolto su treadmill, i risultati non sarebbero interscambiabili a quelli del test svolto su corridoio.

L’equipaggiamento richiesto è composto da: un timer, un contagiri, due coni per segnare i punti di svolta, una sedia nel caso il paziente dovesse fermarsi, una fonte di ossigeno, uno sfigmomanometro, un telefono, un defibrillatore automatico e i fogli di lavoro.

Il paziente deve essere vestito comodo e deve indossare delle calzature adeguate. Nel caso il paziente usasse un ausilio per camminare, il test dovrà essere effettuato con tale ausilio. Allo stesso modo, se il paziente necessita di uno stroller per l’ossigeno il test dovrà essere eseguito con lo stesso. È importante che la terapia medica abituale del paziente non sia interrotta o cambiata prima del test, altrimenti si falserebbe il risultato finale. È consigliabile che il paziente abbia consumato il pasto almeno un’ora prima del test e che non abbia fatto sforzi eccessivi nelle due ore precedenti al test.

test del cammino di 6 minuti
Nel caso il paziente utilizzasse un ausilio dovrà utilizzarlo anche nel test.

Prima dell’inizio del test di cammino il paziente dovrebbe rimanere seduto sulla sedia per almeno 10 minuti, in questo lasso di tempo viene compilata l’anagrafica, si valuta la presenza di eventuali controindicazioni, si misura il polso e la pressione sanguigna. La misurazione della saturazione di ossigeno è facoltativa. Si chiede infine al paziente una valutazione della dispnea basale e della fatica generale tramite scala Borg (20).

Una volta preparato il setting, si istruisce il paziente spiegandogli che l’obiettivo del test è quello di camminare il più lontano possibile per 6 minuti. Nell’arco di questo tempo è possibile che il paziente si stanchi ed è importante specificare che ci si può fermare o rallentare quando si vuole, ci si può appoggiare al muro e ripartire appena si è in grado di farlo.

Infine, si offre al paziente una dimostrazione pratica dell’esecuzione del test e si comincia.

Durante l’esecuzione del test, il fisioterapista osserva, rimanendo vicino alla linea di partenza, e scandisce il tempo, avvisando ad ogni minuto quanto tempo è trascorso attraverso frasi standardizzate. Il test non prevede l’uso di altre frasi di incoraggiamento o l’uso di un tono di voce e di una gestualità volte all’incitamento. È stato dimostrato infatti che un incoraggiamento maggiore è in grado di aumentare quasi del 30% la distanza percorsa, riducendo così la riproducibilità del test inter-esaminatore (21).

Allo scadere dei 6 minuti viene chiesto al paziente di fermarsi esattamente nel punto in cui si trova per procedere alla misurazione degli ultimi metri percorsi e si tiene conto dei giri totali. Subito dopo vengono valutati il grado di dispnea post esercizio e la fatica percepita, sempre tramite scala Borg, e comparati con i dati della baseline.

Per quanto concerne l’interpretazione dei risultati, bisogna sapere che in media un soggetto sano con una buona capacità funzionale è in grado di percorrere dai 400 ai 700 metri. Un valore sotto i 400 metri è indice di una scarsa capacità funzionale. Nei soggetti anziani i valori medi si aggirano intorno ai 300-400 metri nei soggetti con buona capacità funzionale e meno di 300 metri nei soggetti con scarsa capacità funzionale. Nei soggetti cardiopatici, invece, si ha verifica di una buona capacità funzionale se vengono percorsi più di 400 metri, una capacità funzionale sufficiente tra i 300 e i 400 metri e una capacità funzionale scarsa o molto scarsa se il soggetto rimane sotto, rispettivamente, i 300 e i 200 metri. I risultati del test nei soggetti cardiopatici orienteranno le terapie al training fisico o al prolungamento di una fase di ricovero o, se necessario, all’adozione di cure più invasive e riabilitazione controllata (22). Per l’interpretazione dei risultati, tuttavia, sono necessari studi futuri che attestino entro quale range si può considerare significativo un cambiamento. Al momento sembra che un miglioramento di più di 70 metri nella distanza sia indicativo di un miglioramento dello stato funzionale (23).


Controindicazioni del 6 minute walking test

Le controindicazioni al test del cammino in 6 minuti si dividono in assolute e relative. Tra le controindicazioni assolute abbiamo la presenza di angina instabile e di infarto miocardico nel mese precedente. Tra quelle relative troviamo la presenza di angina stabile, di ipertensione arteriosa grave, con frequenza cardiaca a riposo > 120 bpm, pressione sistolica > 180 mmHg, pressione diastolica > 100 mmHg.

Il test va immediatamente interrotto nel caso compaiano i seguenti segni e sintomi: dolore toracico, dispnea intollerabile, crampi alle gambe, diaforesi, pallore improvviso (3).


Conclusioni

Il 6 minute walking test è un’utile misura della capacità funzionale in persone con moderate o severe disabilità. È importante che il test sia somministrato in maniera standardizzata e da personale esperto che sia in grado di riconoscere la presenza di eventuali eventi avversi. Studi recenti hanno dimostrato, inoltre, che la sua applicazione può estendersi oltre il suo ruolo originale, in quanto in grado di migliorare la fiducia del paziente nell’esercizio (24). L’uso del test del cammino in 6 minuti è fortemente consigliato nella pratica clinica.


Bibliografia

  1. Balke B. A SIMPLE FIELD TEST FOR THE ASSESSMENT OF PHYSICAL FITNESS. REP 63-6. Rep Civ Aeromed Res Inst US. 1963;:1-8
  2. Mcgavin CR, Gupta SP, Mchardy GJ. Twelve-minute walking test for assessing disability in chronic bronchitis. Br Med J. 1976;1(6013):822-3
  3. ATS statement: guidelines for the six-minute walk test. Am J Respir Crit Care Med. 2002;166(1):111-7
  4. Solway S, Brooks D, Lacasse Y, Thomas S. A qualitative systematic overview of the measurement properties of functional walk tests used in the cardiorespiratory domain. Chest. 2001;119(1):256-70
  5. Reybrouck T. Clinical usefulness and limitations of the 6-minute walk test in patients with cardiovascular or pulmonary disease. Chest. 2003;123(2):325-7
  6. Holden DA, Rice TW, Stelmach K, Meeker DP. Exercise testing, 6-min walk, and stair climb in the evaluation of patients at high risk for pulmonary resection. Chest. 1992;102(6):1774-9
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  22. Jones, C.J. and Rikli, R.E. (2002) Measuring Functional Fitness in Older Adults. The Journal of Active Ageing, 25-30
  23. Redelmeier DA, Bayoumi AM, Goldstein RS, Guyatt GH. Interpreting small differences in functional status: the Six Minute Walk test in chronic lung disease patients. Am J Respir Crit Care Med. 1997;155(4):1278-82
  24. Toukhsati SR, Mathews S, Sheed A, et al. Confirming a beneficial effect of the six-minute walk test on exercise confidence in patients with heart failure. Eur J Cardiovasc Nurs. 2020;19(2):165-171