Beighton score

Beighton score

Il punteggio di Beighton è comunemente utilizzato per la valutazione dell’ipermobilità articolare, tuttavia non esiste un consenso nella letteratura su cosa definisca l’ipermobilità. L’ipermobilità articolare viene spesso descritta come una mobilità superiore alla norma, può essere localizzata ad una singola articolazione, oppure generalizzata. La lassità articolare generalizzata o sistemica, viene invece definita come un movimento “eccessivo” in una specifica articolazione in un individuo asintomatico, dove per eccessivo si intende un movimento anomalo o un movimento sovrafisiologico. La lassità ha una tendenza familiare e varia anche in base all’origine etnica, è infatti maggiore negli indiani d’America, seguita dagli africani e dai caucasici. L’instabilità si trova invece descritta come un eccessivo movimento in una specifica articolazione in un individuo sintomatico. La distinzione chiave tra lassità ed instabilità sarebbe l’assenza, nel primo caso, o la presenza, nel secondo caso, di sintomi.

Si ritiene che l’ipermobilità articolare generalizzata sia più prevalente nelle ragazze rispetto ai ragazzi, con un rapporto tra i sessi di circa 3:1 o 2:1 tra femmine e maschi. Nei bambini, la mobilità articolare è anche inversamente correlata all’età, con i bambini più piccoli che mostrano una mobilità articolare maggiore rispetto ai bambini più grandi e con differenze di sesso che si notano man mano che crescono.

Nel 1967, Kirk e colleghi (3) descrissero  i disturbi muscoloscheletrici associati all’ipermobilità generale negli adulti, che fu chiamata sindrome da ipermobilità.

La sindrome da ipermobilità articolare (JHS) viene diagnosticata quando, oltre all’ipermobilità, i soggetti riferiscono sintomi muscoloscheletrici  in più di quattro articolazioni, compreso dolore per un periodo superiore a 12 settimane, e quando sono stati esclusi altri disturbi ereditari del tessuto connettivo e altre cause dei sintomi. Alcuni autori hanno riportato (3-5) l’associazione tra l’ipermobilità generalizzata e disturbi muscoloscheletrici quali artralgie, sublussazioni e lussazioni articolari e distorsioni. L’osteoartrite o l’osteoartrosi ad esordio precoce sono state implicate come parte della storia naturale dalla sindrome da ipermobilità articolare. L’ipermobilità articolare generalizzata è un fattore di rischio per molte patologie muscolo-scheletriche, quali l’instabilità multidirezionale della spalla, l’instabilità dell’anca, il conflitto femoro-acetabolare, la displasia dell’anca, la lesione del legamento crociato anteriore, alle distorsioni di caviglia e molte altre.

Per valutare l’ipermobilità, si utilizzano principalmente due sistemi di punteggio: il punteggio di Beighton e i criteri di Bulbena. In questo articolo ci focalizziamo sul primo score.

Descrizione

Il test è facile da usare, non richiede attrezzature speciali oltre ad un goniometro e necessita di meno di un minuto per essere completato. I criteri originali non forniscono una descrizione dettagliata, il che li rende soggetti a interpretazione e incertezza nell’applicazione. La descrizione originale non stabilisce alcun punteggio soglia e la descrizione degli item riportata in questo articolo è quella utilizzata negli ultimi studi in letteratura.

L’indice si compone delle seguenti prove:

  • Estensione del quinto dito della mano:
    • Posizione del test: avambraccio in appoggio, pronato, gomito flesso.
    • Posizione del goniometro: fulcro del goniometro sulla V articolazione metacarpo-falangea; braccio fisso sul tavolo, parallelo all’asse longitudinale del radio; braccio mobile parallelo all’asse longitudinale della falange prossimale del V dito.
    • Stabilizzazione: stabilizzare le altre dita ed il polso.
    • Esecuzione: il valutatore estenderà lentamente il V dito in modo passivo fino al limite del movimento.
    • Positività: il test è positivo se il range di movimento è maggiore o uguale a 90°.
Estensione del quinto dito della mano.
  • Opposizione del pollice all’avambraccio con flessione di polso:
    • Posizione di partenza: il paziente è seduto con il gomito flesso appoggiato sul tavolo.
    • Posizione del goniometro: posizionare il centro del goniometro all’altezza dell’articolazione radio-carpale. Mantenere il braccio fisso del goniometro parallelo all’asse longitudinale del radio verso l’epicondilo laterale con il goniometro rivolto verso il pollice. Il braccio mobile del goniometro è posizionato verso la punta del pollice.
    • Stabilizzazione: il paziente stabilizza la parte distale dell’avambraccio con il pollice della mano opposta.
    • Esecuzione: il paziente flette passivamente il polso fino a supinare completamente l’avambraccio e flette il pollice testato tenendolo dall’articolazione interfalangea distale, fino a fine range. Successivamente il valutatore spinge lateralmente in pollice per assicurarsi che sia stato raggiunto il limite di movimento.
    • Positività: se il pollice si abduce fino a toccare l’avambraccio, si attribuisce 1 punto. Un’opposizione inferiore dà luogo a punteggio pari a 0.
Opposizione del pollice all’avambraccio con flessione di polso.
Estensione di gomito
  • Estensione del gomito
    • Posizione del test: il paziente tiene il braccio lungo il corpo, leggermente abdotto e l’avambraccio è in completa supinazione. I punti di riferimento sono il centro dell’acromion e il processo stiloideo del radio.
    • Posizione del goniometro: il centro del goniometro è sull’epicondilo laterale dell’omero; il braccio fisso del goniometro è parallelo all’asse longitudinale dell’omero, rivolto verso il centro dell’acromion; il braccio mobile è parallelo all’asse longitudinale del radio.
    • Stabilizzazione: assicurarsi che la spalla sia stabile.
    • Esecuzione: il paziente estenderà prima attivamente il gomito al massimo, poi il valutatore spingerà attivamente il gomito in estensione passiva per assicurarsi che sia stato raggiunto il limite di movimento.
    • Positività: il test è positivo con un range di movimento maggiore o uguale a 10° di estensione.
  • Estensione del ginocchio
    • Posizione di partenza: il paziente è in posizione supina con le ginocchia estese. Segnare il riferimento sul grande trocantere.
    • Posizione del goniometro: posizionare il centro del goniometro sull’epicondilo laterale del femore con il goniometro rivolto verso l’alto. Il braccio fisso è parallelo all’asse longitudinale del femore rivolto verso il grande trocantere; il braccio mobile è parallelo all’asse longitudinale del perone verso il malleolo laterale.
    • Stabilizzazione: nessuna.
    • Esecuzione: posizionare un cuscino sotto il tallone con il ginocchio sospeso. Il partecipante estenderà attivamente il ginocchio al massimo mentre il valutatore posiziona una mano sopra il ginocchio e lo preme lentamente in estensione passiva massima.
    • Positività: si attribuisce un punto se il range di movimento è maggiore o uguale a 10° in estensione.
Estensione del ginocchio
Flessione anteriore del tronco e dell’anca.
  • Flessione anteriore del tronco e dell’anca
    • Posizione di partenza: il partecipante sta in piedi con le ginocchia estese e i piedi larghezza delle anche.
    • Posizione del goniometro: nessuno.
    • Stabilizzazione: nessuna.
    • Esecuzione: il partecipante flette attivamente il tronco in avanti con le ginocchia estese e cerca di appoggiare i palmi delle mani sul pavimento.
    • Positività: il test è positivo se i palmi delle mani arrivano a toccare completamente il pavimento.

Si attribuisce un punto per ogni item dal primo al quarto e solo un punto in totale per il quinto item.

Valori psicometrici

Una recente revisione sistematica (7) ha dimostrato un’elevata affidabilità inter e intra-valutatore per il Beighton score negli individui con e senza ipermobilità in una varietà di condizioni cliniche. L’affidabilità intra-esaminatore e inter-esaminatore dei punteggi compositi e di categoria va da buona ad eccellente per le donne di età compresa tra i 15 e 45 anni.

Interpretazione dei risultati

L’indice di mobilità articolare di Beighton produce un punteggio complessivo compreso tra 0 e 9. Viene assegnato 1 punto se il criterio è soddisfatto, 0 se non lo è. I punteggi dell’indice composito sono spesso inseriti  in una delle tre categorie: da 0 a 2, da 3 a 4, da 5 a 9. In letteratura non è presente un cutoff accurato e specifico che indichi la presenza di lassità legamentosa generalizzata. Tendenzialmente vengono interpretati i punteggi che si trovano all’estremità superiore dello spettro (cioè da 5 a 9) come indicativi di ipermobilità generalizzata.  Per i bambini tra i 6 e i 12 anni si considera il cutoff per lo score dai 7 punti, infatti, uno studio (6) indica che il valore limite per l’ipermobilità è troppo alto in alcune articolazioni, e dovrebbe essere ulteriormente studiato. Non sembrano invece essere necessari altri item che implementino la scala.