Squeeze Test: test per la sindesmosi

Lo Squeeze Test è un test clinico utilizzato per valutare l’integrità della Sindesmosi Tibio-peroneale.

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Lo Squeeze Test insieme al Kleiger test, al Cotton test, al Fibular Translation test, al Crossed Leg test e al Dorsiflexion Compression test, è un test clinico utilizzato per valutare l’integrità della Sindesmosi Tibio-peroneale (articolazione tibio-peroneale distale). Nello specifico, lo Squeeze test viene somministrato in seguito a distorsione mediale di caviglia, ovvero un trauma in pronazione della caviglia stessa. L’accuratezza diagnostica di tutti questi Test è molto bassa. Per tale motivo è opportuno non fare affidamento su un singolo test, ma ragionare sull’ anamnesi, sui segni e sintomi ed utilizzare una combinazione di test per identificare la problematica del paziente1.

I meccanismi traumatici che ci possono portare, durante la valutazione di un paziente, alla somministrazione dello Squeeze test sono sicuramente rotazione esterna del piede, rotazione interna di gamba con il piede fissato a terra e/o eccessiva dorsiflessione2. I soggetti che più frequentemente vanno incontro a questo quadro traumatico, e che quindi avranno più probabilità di risultare positivi allo squeeze test, sono soggetti sportivi che praticano calcio, rugby3 o sport in cui la gamba è fissata in stivale rigido come hockey e sci, ma anche i soggetti che subiscono traumi a bassa energia come cadere dalle scale o scivolare sul ghiaccio4. Il paziente in seguito a questo meccanismo traumatico può presentare deficit nella deambulazione, edema, dolore localizzato alla palpazione e limitazione del ROM5.


Squeeze test: cos’è?

Lo Squeeze test è un test specifico che viene utilizzato per la valutazione dell’integrità della sindesmosi tibiofibulare e viene eseguito dal fisioterapista mediante una compressione, con entrambe le mani, di tibia e fibula a livello del terzo medio della gamba del paziente. Questa lesione avviene maggiormente durante una distorsione mediale di caviglia, con probabile lesione completa o parziale di uno o più legamenti della sindesmosi come ad esempio lesione del legamento tibioperoneale anteriore o antero-inferiore AITFL, del legamento trasverso (TL), del posteriore o del legamento tibioperoneale postero-inferiore (PITFL) e del legamento tibioperoneale interosseo (IOL); inoltre, anche il segmento inferiore della membrana interossea è soggetto a lesione6.


Come si esegue lo Squeeze Test?

Come per ogni test clinico è fondamentale conoscerlo e saperlo eseguire correttamente. In letteratura l’esecuzione dello Squeeze test è la seguente:

  • Posizione del fisioterapista: il fisioterapista si pome lateralmente al paziente oppure in fondo al lettino (ai piedi del paziente).
  • Posizione delle mani: le mani del fisioterapista vengono posizionate ad altezza del terzo medio della gamba, rispettivamente su tibia e perone a distanza dall’articolazione tibio-fibulare distale.
  • Esecuzione: il fisioterapista comprime con le mani tibia e perone.
  • Esito: lo Squeeze test è considerato positivo se durante l’esecuzione viene provocato dolore a livello della sindesmosi.

Come detto prima lo Squeeze test è specifico caratterizzato da una sensibilità dello 0.20 e da una specificità dello 0.857. Bisogna precisare che l’accuratezza diagnostica dei test clinici per la lesione della sindesmosi è varia e dunque da solo un test non può includere o escludere con precisione una lesione della sindesmosi tibioperoneale distale. La letteratura suggerisce di somministrare inizialmente test ad alta sensibilità come la palpazione e in lunge dorsiflexion test, seguito da test ad alta specificità come è sicuramente lo squeeze test8.


Squeeze test: cosa indica?

Lo squeeze test ha come scopo e obiettivo quello di valutare l’integrità della sindesmosi tibioperoneale ed essendo specifico7, eseguito dopo test sensibili, conferma o per lo meno alza di molto la probabilità che sia presente una lesione dell’articolazione tibioperoneale distale.


Razionale biomeccanico dello squeeze test

Il razionale biomeccanico che sta alla base dello Squeeze test è stato studiato in letteratura già da Teiz nel 1998 eseguendo studi su cadaveri9, studi ripresi anche da Beumer10 e da de Cèsar7. Questi studi sono tutti concordi che biomeccanicamente quello che avviene durante lo squeeze test, e dunque durante una compressione di tibia e perone eseguita al terzo medio della gamba, crea una diastasi dell’articolazione tibioperoneale distale9. Dagli studi si è visto che questo accade, in presenza di lesione, perché aumenta (durante lo Squeeze test) la distanza tra origine e inserzione dei vari legamenti che stabilizzano queste strutture10.


Conclusione

Riassumendo si può dire che lo Squeeze test, insieme e in aggiunta ad anamnesi e altri test clinici e funzionali, risulta essere un test utile, specifico e fondamentale quando si vuole valutare un paziente in seguito a trauma eversivo/in pronazione di caviglia e si sospetta lesione della sindesmosi tibioperoneale.