Artrosi e alimentazione: mito o realtà?

L’artrosi di ginocchio rappresenta una delle affezioni muscoloscheletriche più diffuse al mondo e costituisce uno dei topic su cui la ricerca ha investito più tempo e risorse negli ultimi anni, in particolare rispetto al tentativo di suddividere i pazienti i sottogruppi clinici in modo da stabilire, per ciascuno di questi ultimi, una linea di gestione ottimale e unica. Recentemente, in una revisione sistematica pubblicata sul BMC Musculoskeletal Disorders, sono stati identificati 6 fenotipi clinici di artrosi di ginocchio: dolore cronico con meccanismi centrali dominanti, infiammatorio, alterazione del metabolismo di osso e cartilagine, sovraccarico meccanico, minimal joint disease e sindrome metabolica. Quest’ultimo fenotipo, oggetto del questo articolo, si caratterizza per la presenza di variabili che suggeriscono che la sindrome metabolica contribuisca in maniera significativa alla patologia artrosica. Nel dettaglio, sembrano esservi prove a supporto della presenza di fattori metabolici (obesità, diabete, ipertensione e dislipidemia) e uno specifico profilo di marcatori biologici (tra cui la velocità di eritrosedimentazione) nei pazienti affetti da patologia artrosica. Fatte nostre queste considerazioni, entriamo quindi nel merito dell’argomento, facendo un passo indietro approfondendo i temi dell’artrosi e delle malattie metaboliche. Ci riallacceremo poi all’alimentazione per artrosi.


Artrosi e malattie metaboliche

Esiste una comprovata associazione tra obesità e artrosi, in particolare del ginocchio, e si suggerisce che l’obesità sia uno tra i più importanti fattori di rischio modificabili (1, 2, 3, 4). Questa associazione è dovuta in parte a cause meccaniche, infatti l’eccessivo peso porta ad un aumento del carico articolare (1, 2, 4, 5, 6, 7), ma anche a cause genetiche e metaboliche (3, 5, 8). Quest’ultima possibile causa spiega perché si riscontra una maggiore incidenza di artrosi anche in articolazioni non deputate alla sopportazione del carico, come le mani, in individui con un eccesso di peso o di grasso corporeo (1, 2, 5).

Non solo, è stato chiaramente identificato un ruolo dell’infiammazione sistemica nella progressione dell’artrosi (4, 6, 9), dovuto alla produzione di mediatori infiammatori da parte del tessuto adiposo (adipochine), ad iperglicemia, insulino-resistenza o dislipidemia, che potrebbero influenzare negativamente il metabolismo dell’articolazione. (6, 8) Quindi è stato recentemente suggerito che, oltre all’obesità, anche il diabete e la sindrome metabolica possono influenzare direttamente lo sviluppo dell’artrosi. (2, 4, 6, 8, 9, 21)

La sindrome metabolica rappresenta un gruppo di malattie metaboliche che conferisce un aumento del rischio di malattie cardiovascolari (un gruppo di patologie a carico del cuore e dei vasi sanguigni) e diabete (1, 7, 8). Secondo i maggiori gruppi di esperti (ATP III) si presenta con almeno tre delle seguenti condizioni:

  • obesità viscerale (cioè accumulo di grasso a livello addominale),
  • elevata pressione sanguigna,
  • alti livelli di trigliceridi,
  • bassi livelli di HDL (il cosiddetto colesterolo buono),
  • iperglicemia (7, 8).

Artrosi e alimentazione

Detto ciò, si può ben capire come la riduzione del peso corporeo, laddove presente in eccesso, dev’essere l’approccio di prima linea nel trattamento dell’artrosi (2, 8, 10, 11). Si è visto come la perdita di almeno il 5% del peso porti ad un miglioramento dei sintomi (2, 5), oltre a ridurre la gravità delle comorbidità associate all’obesità (4). Infatti, grazie alla riduzione del tessuto adiposo, si abbassa il grado di infiammazione sistemica (2, 10, 12), portando ad un possibile miglioramento del controllo glicemico, della pressione sanguigna e dei livelli di colesterolo (7). Ma la riduzione del grasso sembra anche migliorare il dolore e la funzione fisica del ginocchio (2, 3, 4, 12, 13).

Il calo di peso dovrebbe comunque essere moderato, al fine di limitare la perdita di proteine ​​che si avrebbe in caso di una perdita eccessivamente rapida (7).

La dieta per artrosi dovrebbe quindi essere bilanciata, al fine di promuovere un peso corporeo desiderabile, e, in combinazione con l’esercizio fisico moderato, ha dimostrato essere un intervento efficace (2, 4, 7, 10, 11, 13). Questo grazie alla riduzione del carico sulle articolazioni e al possibile effetto antiinfiammatorio derivante dalla perdita di peso, per la presenza di un minor numero di mediatori infiammatori dal tessuto adiposo (7, 12).

Oltre alla riduzione dell’apporto energetico, con l’obiettivo di ottenere un calo ponderale laddove necessario, anche la manipolazione dei macronutrienti (proteine, carboidrati e grassi) all’interno della dieta per artrosi ha un ruolo importante al fine di ridurre le complicanze dell’obesità, come il diabete e le malattie cardiovascolari (10, 13).

L’alimentazione di tipo occidentale, ricca di grassi e zuccheri, sembra essere pro-infiammatoria (2, 10, 12, 14), al contrario della dieta mediterranea, associata a livelli più bassi di infiammazione (12, 14). L’aderenza alla dieta mediterranea sembra portare ad un minor rischio del peggioramento del dolore e dei sintomi nell’artrosi al ginocchio (14, 21), oltre ad offrire protezione contro la mortalità generale e l’insorgenza di malattie croniche degenerative, come le malattie cardiovascolari e il diabete (15, 16, 17, 18, 19). Perciò sembra essere adatta all’alimentazione consigliata in presenza di artrosi (21, 22).

Tra i punti chiave della dieta mediterranea troviamo:

  • Un maggior consumo di alimenti di origine vegetale (verdure, frutta fresca, frutta secca, legumi e cereali integrali) rispetto a quelli di origine animale;
  • Un consumo moderato di carne, uova e latticini ad alto contenuto di grassi, preferendo pesce e legumi;
  • La scelta di cereali integrali, a svantaggio di quelli raffinati e dei dolci;
  • Utilizzo dell’olio d’oliva come principale fonte di grassi. (12, 14)

Quindi, rispetto alla dieta occidentale, la dieta mediterranea è composta da più fibre, antiossidanti, acido oleico (principale componente dell’olio extravergine d’oliva) e acidi grassi omega-3 (contenuti prevalentemente nei pesci grassi), che probabilmente le conferiscono un effetto antinfiammatorio (4, 12, 17, 18). Mentre presenta un minor quantitativo di grassi totali, in particolare saturi, colesterolo e acidi grassi omega-6, che sembrano legati allo sviluppo dell’artrosi (2, 10, 20) e al peggioramento dei sintomi (4).

Alcuni acidi grassi potrebbero influenzare la composizione della cartilagine articolare, inibendone la distruzione e l’infiammazione nell’artrosi (2, 14). Ma nonostante l’effetto dei grassi sull’artrosi sia ancora oggetto di dibattito, sicuramente un consumo bilanciato dei grassi porta a dei benefici sulla salute metabolica (2, 14).


Conclusione

Possiamo quindi concludere dicendo che non esiste ad oggi una specifica dieta per l’artrosi. Piuttosto è stato evidenziato come un’alimentazione equilibrata, in particolare seguendo una dieta mediterranea, possa portare ad un minor rischio nel peggioramento del dolore e dei sintomi legati all’artrosi. Soprattutto attraverso il consumo di alcuni alimenti contenenti grassi potenzialmente antinfiammatori, come l’olio extravergine d’oliva e il pesce ricco di omega-3 (tenendo a mente che anche questi alimenti possono portare ad effetti negativi se consumati in eccesso).

Inoltre il calo del peso, laddove presente in eccesso, attraverso una dieta equilibrata e un esercizio fisico regolare, rappresenta l’approccio di prima linea. Attraverso una perdita di peso e di grasso è infatti possibile ridurre il carico sulle articolazioni e l’infiammazione di basso grado, migliorando il dolore e la funzione fisica.


Bibliografia

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