Drenaggio posturale: cosa serve e come si fa?
Il drenaggio posturale è una procedura non invasiva di disostruzione delle vie aeree attraverso alcune posture ben definite, in modo…
Malattie come bronchite cronica (BPCO), fibrosi cistica, brochiectasie e infezioni causano spesso un aumento della produzione e della viscosità del muco, così come l’età avanzata, l’allettamento e la presenza di vie aeree artificiali ne rendono più difficile la naturale eliminazione attraverso l’apparato muco-ciliare e la tosse.
Per favorire il drenaggio di queste secrezioni, in fisioterapia respiratoria vengono solitamente usate diverse tecniche, con o senza ausili elettromeccanici. A questo ultimo gruppo appartengono ad esempio la tosse indotta, l’espirazione forzata, l’espirazione a glottide aperta, il drenaggio autogeno e il drenaggio posturale. Ma cos’è il drenaggio posturale? Andiamo a vederlo in questo articolo.
Cos’è il drenaggio posturale?
Il drenaggio posturale (o drenaggio bronchiale) è una procedura non invasiva di disostruzione delle vie aeree che consiste fondamentalmente nel far assumere al paziente alcune posture ben definite, in modo da verticalizzare, cioè porre in favore di gravità, il bronco tributario di un determinato segmento polmonare.
A queste posture possono essere associate anche tecniche come la percussione (clapping) e la vibrazione.
A cosa serve il drenaggio posturale?
Il drenaggio posturale bronchiale serve a mobilizzare le secrezioni dai segmenti polmonari e dai bronchi distali verso le vie aeree centrali, in modo che possano essere più facilmente eliminate attraverso la tosse o l’aspirazione. Il principio che sta alla base è l’utilizzo a tale scopo della gravità, mediante il posizionamento del paziente in varie posture a seconda del segmento polmonare da drenare.
Come si esegue il drenaggio posturale?
- Innanzitutto è bene scegliere un momento della giornata lontano dai pasti e che tenga conto delle necessità del paziente, come i momenti di maggiore espettorazione e gli orari di assunzione di farmaci broncodilatatori.
- Alcuni pazienti necessitano di una disostruzione globale, mentre in altri casi ci si può limitare ai segmenti in cui si sono accumulate più secrezioni e che possono essere individuati tramite auscultazione dei rumori polmonari.
- A seconda della porzione polmonare da drenare, la postura adottata può essere seduta o declive, prona o sul fianco, con diversi gradi di inclinazione, per favorire il drenaggio (Immagine). Un letto da ospedale che possa essere inclinato, rende possibile l’assunzione delle diverse posizioni, ma è possibile aiutarsi anche un buon numero di cuscini. Le posizioni possono essere modificate in funzione delle condizioni del paziente e della presenza di drenaggi toracici o altre apparecchiature.
- Il paziente viene istruito a respirare profondamente e a tossire in maniera decisa quando necessario (anche cambiando temporaneamente posizione). Ogni postura può essere mantenuta da 3 a 15 minuti se tollerata o finché non stimola una tosse produttiva. In ogni caso, si ritiene che le secrezioni mobilizzate possano essere espettorate fino a un’ora dopo il trattamento.
- La procedura potrebbe rivelarsi faticosa, per cui è consigliato non protrarre il trattamento per più di 45-60 minuti. La frequenza dei trattamenti dipende dalla quantità e della viscosità delle secrezioni, oltre che dal setting (ospedaliero o domiciliare).
- Il drenaggio posturale è controindicato in caso di affezioni acute non stabilizzate, instabilità cardiovascolare ed emottisi, inoltre le posture prone o in Trendelemburg (con il capo posizionato inferiormente al bacino) sono da evitare in caso di aneurismi, edemi cerebrali, traumi o interventi neurochirurgici, per il possibile aumento della pressione intracranica.
- Prima e dopo il trattamento vanno sempre monitorati i segni vitali.
Drenaggio posturale: clapping?
La percussione (clapping) del torace viene associata al drenaggio posturale per mobilizzare manualmente le secrezioni, facilitandone il distacco dalle pareti bronchiali. Il fisioterapista effettua il clapping con le mani a coppa in maniera ritmica direttamente al di sopra del segmento polmonare da drenare e si può protrarre per alcuni minuti o finché il paziente non necessita di espettorare.
Il clapping è controindicato in caso di dolore toracico, embolia polmonare, angina instabile, su aree affette da tumore e in tutte le condizioni che possono determinare fragilità ossea (fratture recenti, osteoporosi) o emorragie (terapia anticoagulante).
Drenaggio posturale: cosa dice la letteratura scientifica?
La procedura del drenaggio posturale bronchiale è descritta in letteratura già dal 1934(1) ma, come molte tecniche usate tradizionalmente in fisioterapia, il suo utilizzo potrebbe essere basato più su una tradizione empirica che non su prove di efficacia rigorose. Alcuni autori hanno messo in dubbio il concetto stesso che la gravità influenzi l’eliminazione del muco, anche se le posture utilizzate potrebbero comunque indurre modificazioni nella ventilazione e perfusione del polmone(2).
Il drenaggio posturale e altre procedure di disostruzione delle vie aeree sono state studiate principalmente in soggetti con produzione di secrezioni dovute a BPCO, fibrosi cistica o bronchiectasie. Nel fare una revisione di questi studi, bisogna tenere in conto le possibili differenze tra i diversi gruppi di pazienti, il fatto che spesso diverse tecniche vengano impiegate in combinazione e la mancanza di gruppi controllo o placebo, così come l’eterogeneità delle misure di outcome utilizzate(3,4).
Sebbene vari studi riportino una certa efficacia delle tecniche di disostruzione bronchiale in caso di bronchiectasie(4), fibrosi cistica(5) e bronchite cronica(6), non emerge una superiorità del drenaggio posturale, che solitamente viene eseguito in combinazione con altre procedure come il ciclo attivo di tecniche respiratorie e il drenaggio autogeno(5,7).
Un recente lavoro(8) ne sostiene l’utilizzo in pazienti affetti da BPCO e fibrosi cistica oltre che, con le dovute precauzioni, con pazienti post-chirurgici per mobilizzare le secrezioni polmonari. Gli autori suggeriscono di combinarlo con altre tecniche (clapping, vibrazione, esercizi di respirazione), dai 10 a 30 minuti, 2-3 volte al giorno.
Tuttavia, nello scegliere la procedura di disostruzione bronchiale più appropriata, la letteratura più recente raccomanda di tenere in considerazione le preferenze dei pazienti, nonché la disponibilità di tempo e di risorse(6,9).
Conclusioni
- La letteratura scientifica attuale non supporta l’uso del drenaggio posturale in tutti i pazienti con affezioni respiratorie, né come tecnica isolata, tuttavia esso rimane una procedura a basso costo e che non necessita di dotazioni particolari per promuovere la pulizia delle vie aeree quando vi sia un eccesso di muco, in particolare in caso di bronchite cronica, bronchiectasie e fibrosi cistica, in combinazione con altre tecniche, manuali o meccaniche.
- Siccome il drenaggio bronchiale può rivelarsi faticoso per il soggetto, altre procedure come il drenaggio autogeno e l’utilizzo di ausili elettromeccanici potrebbero essere meglio tollerate e portare a una maggiore aderenza al trattamento. D’altro canto questa tecnica può essere applicata anche a pazienti poco collaboranti, sebbene questa non sia la condizione ottimale.
- Va comunque sottolineato come le procedure di disostruzione delle vie aeree siano da inserire in un programma di riabilitazione completo che comprenda educazione, supporto psicologico-sociale, consulenza nutrizionale ed esercizio.
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