Lavorare come fisioterapista in Spagna

In questo articolo andiamo a scoprire la figura del fisioterapista in Spagna.

fisioterapista in spagna
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Ben collegata all’Italia, lingua facile da capire, buon cibo, persone cordiali. Ormai è risaputo che la Spagna attira ogni anno milioni di turisti italiani che non disdegnano una paella seduti ad un tavolino sul lungomare, oppure una sangria fresca mentre passeggiano per le bellissime città iberiche.

Da qualche anno a questa parte, questo Paese sta diventando meta non solo di vacanze estive, ma è anche una delle destinazioni prese in considerazione da chi vuole cambiare vita.

La Spagna infatti è al 9º posto tra i Paesi con maggiore immigrazione italiana nel Mondo (fonte Annuario delle Statistiche Ufficiali dell’Amministrazione dell’Interno).

Quali sono le maggiori motivazioni che spingono, ogni anno, tantissimi giovani e non, ad emigrare in Spagna?

Di certo il clima mite, la vicinanza culturale, la varietà e bellezza paesaggistica, l’appartenenza all’Unione Europea, il buon cibo e l’ospitalità che caratterizzano la media della popolazione spagnola sono solo alcuni degli elementi che giocano a favore della voglia di fare i bagagli.

D’altro canto abbiamo a che fare con una burocrazia impegnativa, uno stipendio mediamente più basso rispetto a quello italiano e meno proporzionato alle competenze individuali. Inoltre la Spagna ancora non si è ripresa completamente dalla fortissima crisi economica che l’ha colpita nel 2008 e ad oggi il tasso di disoccupazione è più alto che in Italia: 13.1% contro 7,8% (dati 2022). Ma andiamo a vedere come lavorare come fisioterapista in Spagna.


La figura del fisioterapista in Spagna

Uno spagnolo per diventare fisioterapista deve per prima cosa iscriversi all’università e il corso di laurea ha una durata di 4 anni. A differenza dell’Italia, ci sono strutture sia pubbliche che private che permettono l’accesso agli studi accademici; le prime richiedono un minimo dell’equivalente italiano del voto di maturità (nota de corte), di solito dagli 8/10 in su, dipendendo dal prestigio dell’università stessa. Per frequentare le seconde è invece spesso è sufficiente solo pagare la retta annuale (e il prezzo varia molto tra le regioni e gli istituti stessi).

Una volta terminati gli studi, è sufficiente iscriversi al colegio de fisioterapeutas della propria provincia (che corrisponde al nostro Albo) per poter esercitare la professione.

Il profilo professionale del fisioterapista spagnolo è sovrapponibile a quello italiano: infatti è uno specialista di prevenzione, cura e riabilitazione delle persone con disfunzioni e disabilità.

(https://www.consejo-fisioterapia.org/adjuntos/legislacion/legislacion_55.pdf).

È uno specialista non subordinato necessariamente al medico (anche se è raccomandato), e in particolar modo nell’ambito privato lavora per accesso diretto. La figura del fisiatra esiste, si chiama médico rehabilitador, ma non è una presenza così forte come in Italia. Le prescrizioni vengono fatte dall’ortopedico (che si occupa di patologie congenite o degenerative muscolo-scheletriche), ma principalmente dal traumatólogo (che è il chirurgo che opera le lesioni traumatiche).

Il campo di lavoro è assai simile tra i due Paesi, e infatti si incontrano fisioterapisti all’interno di ospedali, cliniche e studi privati, centri sportivi, case di riposo e scuole.


Come iscriversi al collegio dei fisioterapisti spagnolo?

Il tasto dolente del trasferimento in terra iberica è il riconoscimento della laurea italiana. Le strade sono essenzialmente due: la tessera professionale europea (European Professional Card, EPC) o l’omologazione del titolo.

In entrambi i casi si deve scaricare la modulistica dal sito del Ministerio de Universidades. Per il primo tramite si può far riferimento qui: http://tramites.administracion.gob.es/comunidad/tramites/recurso/tarjeta-profesional-europea—epc/d06d4a3c-952c-49ba-932b-756d230565e8

Per l’omologazione questo è il link: . https://universidades.sede.gob.es/pagina/index/directorio/Homologaciones_InfoGeneral

Nel frattempo bisognerà recarsi all’Università dove si è conseguito il titolo italiano, richiedere il diploma supplement (è un documento in cui sono scritti in inglese e italiano le caratteristiche del corso di laurea, gli esami sostenuti, il numero di CFU e tutte le informazioni riguardanti la carriera personale) e farlo tradurre e apostillare da un traduttore giurato (attenzione, non basta una traduzione dall’italiano allo spagnolo, serve proprio che il professionista si rechi in tribunale con il console per giurare la traduzione e apporre tutte le firme e i bolli del caso).

Nel caso in cui si fossero conseguiti altri titoli universitari (ad esempio laurea magistrale o master) suggerisco di richiedere l’ulteriore diploma supplement e allegare anche questo ai documenti sopracitati, per avere meno possibilità di necessità di dover eseguire esami integrativi.

Non è necessario inviare tutti i corsi per fisioterapisti frequentati.

Una volta in possesso di tutti i documenti si  avvia il procedimento sulla pagina del Ministero https://universidades.sede.gob.es/procedimientos/portada/ida/3513/idp/1029

Il costo di traduzioni e spedizioni si aggira sui €800, a seconda di chi offre il servizio, del numero di documenti e degli extra richiesti.

Il tempo di attesa per l’omologazione varia attualmente tra i 6 mesi e i 2 anni. Si può tenere traccia del processo dal sito del Ministero, alla voce “consulta del expediente”.

Trascorso il tempo necessario, ci verrà comunicato via email se il nostro percorso di studi è stato adeguato per avere l’omologazione/EPC oppure se dovremo sostenere degli esami aggiuntivi o fare qualche tirocinio formativo. Nella seconda ipotesi, ci avviciniamo all’università più vicina alle nostre esigenze (considerando variabili come i costi per i singoli esami e la possibilità di tirocini in strutture vicine al domicilio) e facciamo la richiesta per poter avanzare nella procedura.

Si dovrà poi dare la prova di quanto fatto di nuovo al Ministero,

che quando finalmente verifica il compimento di tutti i passaggi e approva la richiesta di omologazione/EPC, il nostro titolo è formalmente valido.

L’ultima cosa di cui si ha ancora bisogno per lavorare è l’iscrizione al Colegio de Fisioterapeutas della propria provincia di appartenenza. (https://www.consejo-fisioterapia.org/ )


Com’è la situazione lavorativa in Spagna?

Il numero dei fisioterapisti per abitante in Spagna è di circa 83 ogni 100.000 (in Italia circa 100 ogni 100.000). Questo dato sembra essere promettente per gli aspiranti expat, ma attenzione: la popolazione spagnola è concentrata per la maggior parte intorno alle grandi città, mentre l’entroterra iberico è costellato di paesini in cui sono presenti solo i servizi minimi, e quindi a Madrid o Barcellona si può trovare uno studio fisioterapico ogni 200 metri, mentre un abitante della Sierra Calderona deve percorrere parecchi chilometri prima di trovare uno specialista.

Come si può intendere, la concorrenza nei grandi centri urbani è alta, e come succede in Italia, i professionisti per accaparrarsi il maggior numero di pazienti fanno la cosa più sbagliata, ma più facile e accattivante per il potenziale cliente: abbassano i prezzi. Infatti, mediamente una seduta di un’ora di riabilitazione costa €35.

Anche il salario varia a seconda della regione in cui si opera: gli stipendi sono più alti nella parte nord della penisola (specialmente nelle comunità a contatto con la Francia), mentre risultano più bassi nelle zone meridionali.

lavorare come fisioterapista a Barcellona
Panoramica di Barcellona

È possibile lavorare come dipendente presso strutture pubbliche – a cui si accede tramite concorso – oppure presso strutture private, anche se in questo caso normalmente viene richiesta l’apertura di partita IVA.

La maggior parte dei fisioterapisti in Spagna lavora come privato.

La partita IVA per i fisioterapisti in Spagna è allettante:

  • il pagamento delle tasse sul reddito è trimestrale ma dal 2023  prevedono anticipi sull’introito netto; è una quota proporzionale, che prevede il pagamento minimo di 230€ per coloro che dichiarano un beneficio inferiore a 630€ mensili (il 34%), fino a un massimo di 500€ per coloro con ingressi superiori a 6.000€ (quindi circa l’8%). Con questa misura, che sarà in un periodo triennale di prova, lo Stato spagnolo cerca di diminuire la dilagante evasione fiscale.
  • Per le nuove partite IVA, c’è la possibilità di una tariffa fissa agevolata di 80€/mese per il primo anno; a partire dal 13° mese, se il beneficio netto è superiore al minimo (630€ mensile), finisce la tariffa agevolata; se si è ancora al di sotto, si può mantenere la quota fissa per un altro anno.
  • L’IVA per le prestazioni sanitarie è sempre 0%. Nel caso in cui si figuri come “massaggiatore” (per esempio nel periodo di attesa della convalida del proprio titolo universitario), l’IVA da versare è 10%;
  • Un buon commercialista può aiutare a trovare soluzioni e vantaggi per risparmiare o ottenere aiuti statali.

La formazione media del clinico di solito è molto buona. Siccome in Spagna è permesso seguire fino a tre corsi di laurea contemporaneamente, spesso i fisioterapisti sono anche osteopati  e laureati in scienze motorie o nutrizionisti. Bisogna quindi cercare di trovare i propri punti di forza nella peculiarità della propria formazione, ed eventualmente considerare l’idea di cercare ulteriori opportunità di crescita.


Visibilità e marketing nel settore privato

Soprattutto nei grandi nuclei urbani, la concorrenza è molto elevata dovuto all’alto numero di fisioterapisti pro capite e ai prezzi allineati. Spesso però la pubblicità che fanno gli studi privati o i centri medici più grandi non è molto efficace perché ancora si usa la forma cartacea (tipo cartellonistica stradale o volantini), invece che investire in un sito web e in social network. Non è necessario avere un blog aggiornato quotidianamente, né creare un sito con troppe pretese.

Qui vi lascio il mio di esempio: www.barbaraandreolidiago.es

L’importante è che siano chiari i recapiti, l’indirizzo, i servizi prestati e per chi vuole – io lo consiglio – le tariffe.

È importante anche un buon profilo Google Business, con una buona descrizione, foto, servizi e prezzi, orari e recensioni aggiornate. In Spagna non è ritenuto fondamentale come dovrebbe, anche se negli ultimi anni si sono fatti passi avanti. Perciò avere una presenza forte nei motori di ricerca può dare spesso un notevole vantaggio anche su concorrenti che lavorano da molti anni nel territorio.


Conclusione

Probabilmente la scelta di lavorare come fisioterapista in Spagna non dovrà essere dettata dalla prospettiva di un miglioramento delle condizioni lavorative (eccetto in rari casi), né di quelle economiche (sempre salvo eccezioni) ma dal desiderio di cambiare il proprio stile di vita, all’insegna di una qualità che non dipenda esclusivamente dal guadagno.

Se non vi importa incassare un po’ meno e lavorare un po’ di più, ma vi attira l’idea di vivere in un Paese con almeno una festa nazionale al mese, spirito allegro, clima mediterraneo, voglia di sorridere e godersi la vita, allora la Spagna è la scelta giusta!


FAQ

  1. È possibile avviare la pratica di omologazione prima di risiedere in Spagna?
    Sì, anzi, è consigliabile visti i tempi! La procedura è 100% online, e non c’è bisogno di documentazione specifica reperibile solo in Spagna.
    Ci sono anche vari gruppi su Facebook dove è possibile avere informazioni sulle procedure. Ve ne lascio uno: https://www.facebook.com/groups/128083807362867
  2. Qualche contatto per avviare la traduzione giurata?
    Secondo la mia esperienza, questo studio di traduttori ha un’ottimo rapporto qualità-prezzo, preparano i documenti e si occupano delle apostille in tribunale e spediscono tutto per posta, senza necessità di recarsi presso la loro sede (sito: https://www.traduzioni-asseverate.com/)
  3. Una volta ottenuto il riconoscimento, per quanto è valido?
    L’omologazione non scade.
  4. È indispensabile sapere lo spagnolo?
    Sì. A scuola in Spagna si studia l’inglese, ma le persone non hanno un livello medio molto alto.
    È bene sapere che in alcune comunità autonome, come la Catalogna, la comunità Valenciana, La Galizia e i paesi Baschi, è indispensabile ottenere il certificato della lingua regionale (ad esempio Catalano) per accedere ai concorsi pubblici.