Scala stratify: Rischio di caduta nell’anziano

Indice dell’articolo: Cos’è la Scala Stratify?Gli items della Scala stratifyCome interpretare i risultati della Scala Stratify?ConclusioneBibliografia La scala STRATIFY viene…

scala stratify
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La scala STRATIFY viene inquadrata come strumento predittivo per il rischio di cadute nei pazienti ospedalizzati.

È noto quanto le cadute, e i traumi che ne derivano, siano una criticità determinante all’interno del Sistema Sanitario Nazionale. Purtroppo, la difficoltà nell’inquadramento del paziente, unita all’evoluzione clinica durante il ricovero, in particolare nel soggetto anziano, rendono il rischio di caduta un problema complesso di difficile analisi. Sono stati elaborati vari clinical prediction tools per cercare di stratificare il rischio: una tra questi è la scala STRATIFY, strumento validato anche in versione italiana.

Un altro strumento validato per la prevenzione del rischio di cadute dell’anziano è la scala Tinetti.


Cos’è la Scala Stratify?

La scala STRATIFY, dall’acronimo St. Thomas Risk Assesment Tool in Falling elderly inpatient, è stato elaborato e validato negli UK dal gruppo di Oliver [1].

L’obiettivo è stato creare uno strumento di facile e rapida esecuzione (intorno ai 10 minuti), eseguibile sia da fisioterapisti che da infermiere addestrato alla somministrazione.

La compilazione della scala non si effettua tramite osservazione diretta del paziente, ma il valutatore riporta il punteggio basandosi sulle informazioni ricavate da osservazione precedente o da altri caregiver.

Gli item sono 5, ed indagano i fattori di rischio di caduta.


Gli items della Scala stratify

La scala è utilizzata a livello sia nazionale che internazionale. Di seguito, analizzeremo gli item secondo la versione validata italiana.

Il primo quesito che si pone è se il paziente si trova ricoverato all’interno del reparto a causa di una caduta oppure se è caduto durante la degenza; è utile quindi per sapere se ci sono stati eventi precedenti e/o se è già accaduto un evento all’interno del setting ospedaliero.

In seconda battuta, si domanda lo stato psico-motorio del paziente, in particolare rispetto agitazione motoria, irrequietezza, la capacità di controllo dello stato emotivo.

La terza domanda indaga la funzione visiva, nel caso questa possa limitare le ADL del paziente.

Il quarto item quantifica la frequenza di minzione, con un cut-off inferiore alle 3 ore.

L’ultimo quesito valuta la mobilità del paziente, quantificando all’interno di uno schema sottostante il grado di indipendenza nel compiere il passaggio sedia-letto e il cammino in piano. Questi ultimi due, a differenza dei domini soprastanti, hanno un punteggio che oscilla da 0 a 3, dove 0 è l’impossibilità all’esecuzione e 3 rappresenta l’indipendenza; il punteggio risulta a rischio se la somma dei due item corrisponde a 3 o 4.

Diversamente da quanto riporta il sottoschema appena citato, a ogni risposta dei 5 item deriva una risposta Si oppure no. La risposta affermativa corrisponde a 1 punto, mentre a negazione seguono 0 punti. [2]

Modello di Scala Stratify. Puoi scaricarlo a questo link.

Come interpretare i risultati della Scala Stratify?

Il punteggio risultate dalla compilazione della scala STRATIFY può oscillare da 0 a 5, a seconda del numero di item positivi o negativi (come spiegato precedentemente).

All’interno del ventaglio, il cut off per la versione italiana prevede un effettivo rischio di caduta per il paziente con punteggio uguale o maggiore di 2; la sensibilità riportata dall’autore Oliver arriva fino al 0.93 (93%), mentre la specificità oscilla tra 0.68 e 0.83 (68%-83%) [1].

Un’attenta analisi del 2017, svolta da Castellini et al. [3] ha evidenziato valori decisamente più bassi rispetto lo studio originale, arrivando addirittura a non intercettare 2/3 delle persone cadute durante lo studio osservazionale [3]. Per questo, il gruppo ha concluso che la sola valutazione con scala STRATIFY è inadeguata per valutare il rischio di cadute.

A differenza del territorio italico, uno studio canadese svolto da Papaioannou et al. [4] ha fatto emergere come, attribuendo un punteggio differente per gli item, la sensibilità e specificità della scala possano esser resi più affidabili. La scala STRATIFY versione canadese possiede uno score massimo di 30 punti, mentre il cut off è stato calcolato al punteggio maggiore o uguale di 9 punti, con sensibilità 91,2% e specificità 60,2%. Inoltre, il valore inter-esaminatore, che corrisponde a 78% (0,78), è decisamente favorevole.


Conclusione

La variabilità riscontrata negli studi osservazionali ha fatto emergere diverse criticità nell’utilizzo di questa scala: l’oscillazione dell’affidabilità dei dati è emersa in quanto la variabilità di tipologia di paziente analizzato (geriatrico, neurologico, psichiatrico, etc…) all’interno del setting terapeutico crea non poca discordanza all’interno dei dati. È inoltre emerso nel contesto italico che anche l’età crea ulteriori fluttuazioni nell’attendibilità del punteggio.

Vista la miglior efficacia dimostrata in setting internazionali, è probabile che una revisione della scala, insieme a una miglior contestualizzazione rispetto la categoria dei pazienti possa far acquisire miglior efficacia nella stratificazione del rischio, anche nel contesto italiano.

La portata del problema delle cadute ha effetti sia sociali che medico-legali molto importanti, e purtroppo sappiamo che il trend è tendenzialmente in crescita, in particolare nella popolazione anziana [5]. Sono necessarie misure efficaci per la prevenzione del rischio, cosi da contenere maggiormente i costi sanitari e migliorare l’affidabilità dei servizi.


Bibliografia

  1. Oliver D.,Britton M., Seed P.,Martin FC.,Hopper AH. “A 6 point risk score predicted which elderly patientes would fall in hospital” BMJ 1998,315:1049-1053
  2. P. Chiari, D. Mosci, S. Fontana. Valutazione di due strumenti di misura del rischio di cadute dei pazienti. Assistenza Infermieristica e Ricerca, 2002, 21, 3:117-124.
  3. Castellini G, Demarchi A, Lanzoni M, Castaldi S. Fall prevention: is the STRATIFY tool the right instrument in Italian Hospital inpatient? A retrospective observational study. BMC Health Serv Res. 2017;17(1):656.
  4. Papaioannou A, Parkinson W, Cook R, Ferko N, Coker E, Adachi JD. Prediction of falls using a risk assessment tool in the acute care setting. BMC Med. 2004;2:1.
  5. Houry D, Florence C, Baldwin G, Stevens J, McClure R. The CDC Injury Center’s response to the growing public health problem of falls among older adults. Am J Lifestyle Med. 2016;10