Frattura da stress nel piede
Ecco una guida per il fisioterapista sulla valutazione e gestione delle fratture da stress del piede.

La frattura da stress è una lesione ossea che si sviluppa a seguito di microtraumi ripetuti che superano la capacità di carico e recupero dell’osso. Sebbene possieda una prevalenza maggiore tra atleti e persone molto attive, può manifestarsi anche in individui che non praticano sport ad alta intensità. Nel piede, le fratture da stress sono comuni, soprattutto tra i corridori e coloro che praticano attività a basso impatto, come il camminare e l’attività di ballo. Questo articolo esplorerà la patogenesi, la diagnosi, le opzioni di trattamento e le implicazioni a lungo termine di questa condizione.
Patogenesi della frattura da stress nel piede
Le fratture da stress si verificano quando l’osso è sottoposto a stress ripetuti che non gli permettono di riprendersi completamente, quindi in assenza di un turnover osseo si causano microfratture che, nel tempo, si accumulano. La frattura da stress nel piede è comunemente associata a attività che comportano un impatto ripetitivo sul terreno, come la corsa e il salto.
Una revisione sistematica di Jee et al. (2020) ha identificato che le fratture da stress del piede più comuni si verificano nel secondo metatarso, ma anche altre ossa come il calcagno, il terzo metatarso e le ossa del tarso sono frequentemente coinvolte. La frattura da stress nel piede è anche spesso correlata a fattori biomeccanici, come l’eccessiva pronazione o supinazione durante la camminata o la corsa (Jee et al., 2020).
Fattori di rischio
Diversi fattori contribuiscono al rischio di sviluppare una frattura da stress nel piede, tra cui:
- Attività fisica intensa: sport come il calcio, la corsa e il balletto aumentano il rischio a causa dei continui impatti sulle ossa del piede.
- Alterazioni biomeccaniche: condizioni come il piede piatto o instabilità cronica di caviglia possono alterare la distribuzione dei carichi durante il movimento.
- Condizioni mediche sottostanti: osteoporosi o altre malattie che compromettono la densità ossea aumentano la vulnerabilità alle fratture da stress (Wong et al., 2019).
Una meta-analisi condotta da Crawford et al. (2017) ha concluso che i corridori sono a rischio maggiore rispetto ad altre categorie di atleti, con un’incidenza annuale di fratture da stress che varia tra il 2% e il 15% in popolazioni ad alta attività.
Diagnosi delle fratture da stress nel piede
La diagnosi di una frattura da stress nel piede è spesso complessa a causa della natura subclinica dei sintomi nelle fasi iniziali. I pazienti di solito presentano dolore localizzato che aumenta durante o dopo l’attività fisica. La diagnosi iniziale comprende spesso una combinazione di storia clinica, esame fisico e tecniche diagnostiche come le radiografie, che possono risultare negative nelle fasi iniziali. La risonanza magnetica (RM) è considerata il gold standard per la diagnosi, poiché può rilevare lesioni ossee prima che siano visibili nelle radiografie (Lynch et al., 2021). Alcuni studi suggeriscono che la tomografia computerizzata (TC) può essere utile nei casi più complessi (Tennant et al., 2018).
Trattamento delle fratture da stress nel piede
Il trattamento delle fratture da stress nel piede dipende dalla gravità e dalla localizzazione della frattura. In generale, le fratture da stress del piede possono essere gestite in modo conservativo o chirurgico. Il trattamento conservativo prevede:
Riposo e limitazione dell’attività fisica
La fase iniziale del trattamento implica il riposo per evitare l’aggravarsi della lesione. I pazienti devono ridurre l’attività fisica ed evitare carichi sul piede. Per i runner, ciò significa sospendere temporaneamente la corsa o qualsiasi attività che comporti impatti ripetitivi sul piede. A seconda della gravità della frattura, si può raccomandare l’uso di una che offre un supporto adeguato senza compromettere la guarigione.
Ortesi e calzature adeguate
Per i runner, l’utilizzo di scarpe da corsa ammortizzate e plantari ortopedici personalizzati può essere essenziale per ridurre il carico sull’osso in fase di guarigione. Le calzature che supportano correttamente l’arco plantare e la caviglia possono contribuire a correggere eventuali disallineamenti biomeccanici che potrebbero aver favorito la frattura da stress (Holm et al., 2020). L’uso di ortesi o di dispositivi di protezione può anche limitare i movimenti che potrebbero causare stress ripetuti sull’osso in fase di recupero. Va considerato però che le ortesi spesso tendono a ridurre il trofismo muscolare della muscolatura intrinseca ed estrinseca del piede, se utilizzati eccessivamente.
Fisioterapia e riabilitazione
La fisioterapia gioca un ruolo fondamentale nel trattamento delle fratture da stress, specialmente per i runner che desiderano tornare a correre. Un programma di riabilitazione ben strutturato aiuta a ridurre il rischio di recidiva e promuove il recupero funzionale del piede. Il programma prevede e inizialmente esercizi di mobilizzazione per migliorare la flessibilità e la mobilità articolare, seguiti da esercizi di rinforzo muscolare per supportare la caviglia e i muscoli del piede.
Secondo una revisione sistematica di Holm et al. (2020), gli esercizi di rinforzo per i muscoli intrinseci del piede sono particolarmente utili per prevenire alterazioni della capacità di carico delle strutture ossee. Il “short foot exercise”, che implica il rafforzamento dei muscoli intrinseci attraverso la contrazione dei muscoli del piede, è spesso utilizzato per migliorare la stabilità e ridurre il rischio di fratture future. Inoltre, esercizi di propriocezione, come l’uso di balance board, aiutano i runner a migliorare il controllo del piede e a prevenire movimenti scorretti che potrebbero aumentare il rischio di frattura.
Gradualità nel ritorno all’attività fisica
Il ritorno alla corsa deve essere graduale e monitorato attentamente. La fisioterapia per i runner deve includere un programma di recupero che inizi con attività a basso impatto, come il nuoto o la bicicletta, per mantenere la condizione fisica senza sollecitare eccessivamente il carico sul piede. Quando il paziente è pronto a riprendere la corsa, si consiglia di iniziare con distanze brevi e intensità moderate, aumentando progressivamente carico e durata. Un programma di ritorno sicuro deve essere monitorato da un fisioterapista per prevenire qualsiasi tipo di recidiva.
Chirurgia
Se le fratture da stress non guariscono con il trattamento conservativo o in presenza di complicazioni come la non completa riparazione della frattura, può essere necessario un intervento chirurgico. Questo è particolarmente raro, ma in alcuni casi, la chirurgia può aiutare a ripristinare la funzione e ridurre il rischio di complicazioni a lungo termine (Kauwe et al., 2022).
Risultati e complicanze
La prognosi per le fratture da stress nel piede è generalmente buona se trattata tempestivamente. Tuttavia, le complicanze possono insorgere in caso di diagnosi tardiva o trattamento inadeguato. La guarigione della frattura da stress può richiedere tempo, e le recidive sono comuni se non vengono adottate misure preventive (Petersen et al., 2018).
In uno studio longitudinale condotto da Smith et al. (2019), è emerso che i pazienti che hanno ricevuto un trattamento conservativo per le fratture da stress del piede hanno mostrato una percentuale di successo nella guarigione del 90%, ma quelli che non hanno seguito le indicazioni di riposo e di recupero hanno avuto una guarigione significativamente più lenta e un rischio maggiore di recidiva.
Conclusioni
Le fratture da stress nel piede sono lesioni comuni che possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita, in particolare per gli atleti e le persone attive. Sebbene la diagnosi possa essere complicata, tecniche come la risonanza magnetica hanno migliorato la capacità di identificare queste fratture in fase precoce. Il trattamento conservativo, che comprende riposo, uso di ortesi e fisioterapia, è spesso sufficiente, ma in casi più gravi è necessario un intervento chirurgico. La prevenzione si basa su un corretto bilanciamento dell’attività fisica, un adeguato programma di riabilitazione e interventi terapeutici tempestivi per evitare complicazioni a lungo termine.