Scala VAS: Visual Analogue Scale

In questo articolo analizzeremo la scala VAS, utile per monitorare il dolore del paziente.

Pubblicata per la prima volta intorno al 1920, la scala VAS (Visual Analogue Scale) deve la sua origine ad alcune scale visuo-analogiche sviluppate nel campo della psicologia, utili per misurare il benessere dei pazienti in trattamento. In particolare, la Visual Analogue Scale ha lo scopo e l’obiettivo di indagare e quantificare il dolore di un paziente, sia esso affetto da problematiche acute o croniche e correlate a qualsiasi distretto anatomico.

Ad oggi, la VAS è una tra le misure di outcome unidimensionali più conosciute e utilizzate per misurare l’intensità del dolore. Essa corrisponde alla rappresentazione visiva dell’ampiezza del dolore avvertito dal paziente ed è costituita da una linea predeterminata lunga circa 10 cm, dove l’estremità di sinistra corrisponde a “nessun dolore”, mentre l’estremità di destra corrisponde al “peggior dolore possibile”. Al paziente viene chiesto di tracciare sulla linea in questione un segno che rappresenti il livello di dolore provato.

La linea della scala può essere orientata sia orizzontalmente che verticalmente, senza che questo influenzi bene o male la sua sensibilità1; tuttavia, alcuni studi hanno dimostrato che la versione orizzontale sembra avere un tasso di fallimento minore2. In altre versioni, la scala VAS può essere somministrata tramite un supporto plastificato dotato di un cursore mobile che serve per indicare il livello di dolore percepito dal soggetto esaminato.

La scala, in quanto misura unidimensionale, viene utilizzata per valutare il dolore attuale o eventualmente il dolore avvertito nelle ultime 24h3.

Scala VAS
Rappresentazione della Scala VAS

Scala VAS: interpretazione dei risultati

Il punteggio della scala Visual Analogue Scale (VAS) viene calcolato in millimetri (mm), misurando tramite un righello la lunghezza della linea compresa tra l’estremo che corrisponde alla minima intensità e il segno posto dal paziente. Sulla base di diversi studi, sono stati suggeriti i seguenti valori cut-off:

  • da 0 a 4 mm “nessun dolore”;
  • da 5 a 44 mm “dolore lieve”;
  • da 45 a 74 mm “dolore moderato”;
  • da 75 a 100 mm “dolore severo”1.
Scala VAS: dolore

Scala VAS: valori psicometrici

La VAS rappresenta una misura di tipo ordinale in quanto possiede la proprietà di esprimere dei valori in ordine di grandezza, confrontabili tra loro. La scala, infatti, ha l’obiettivo di misurare una caratteristica o un atteggiamento che si ritiene si estenda su un continuum di valori e che non può essere facilmente misurato in modo diretto4. Vediamo ora nei dettagli i valori psicometrici della scala.

Accettabilità: la VAS è una scala pratica e veloce, con tempo di compilazione inferiore al minuto; per il suo utilizzo, tuttavia, è richiesto un minimo di coordinazione visuo-motoria che non sempre la rende applicabile, soprattutto nella popolazione anziana5.

Affidabilità: l’affidabilità test-retest si è dimostrata buona, ma maggiore tra i pazienti alfabetizzati (r = 0,94) rispetto ai pazienti analfabeti (r = 0,71); i calcoli sono stati ottenuti tramite indice di correlazione di Pearson (6); l’errore di misura è compreso tra i 9 e i 20 mm7.

Validità: in assenza di un gold standard per il dolore, la validità di criterio non può essere valutata; per quanto riguarda la validità di costrutto, in pazienti con una varietà di malattie reumatiche, il dolore alla VAS ha dimostrato essere altamente correlato a una scala descrittiva verbale a 5 punti (“nessun dolore”, “lieve”, “moderato”, “grave”, “molto grave”) e a una scala di valutazione numerica, con correlazioni rispettivamente comprese tra 0,71-0,78 e 0,62-0,916.

Responsività: per quanto riguarda il minimo miglioramento clinico percettibile (MPCI), la riduzione dell’intensità del dolore rispetto alla baseline dovrebbe essere di almeno il 30%8. Altri studi invece riportano un MPCI di circa il 20% per il mal di schiena cronico e del 12% per il dolore acuto9 o di 13mm10.