Bendaggio funzionale

Una guida pratica su come e quando fare il bendaggio funzionale.

bendaggio funzionale
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Il bendaggio funzionale consiste in una fasciatura rigida che permette di immobilizzare parzialmente un’articolazione per proteggerla e contenerla. Si applica un bendaggio funzionale su un’articolazione instabile, o che ha subito precedenti infortuni al compartimento legamentoso e tendineo e necessita di protezione per una miglior guarigione. L’obiettivo, quindi, è quello di limitare il movimento dell’articolazione, sostenerla attraverso una struttura esterna rigida o semi rigida e migliorarne la propriocezione. 

Il bendaggio funzionale può anche essere applicato su una lesione muscolare per comprimere il sito della lesione e prevenire un eccessivo travaso di sangue che ritarderebbe i tempi di guarigione. Si possono eseguire anche fasciature a scopo linfodrenante.

I materiali utilizzati per compiere le fasciature sono tutti anallergici e porosi, quindi difficilmente provocano reazioni allergiche. Nel caso dovesse accadere comunque è preferibile togliere subito la fasciatura. Ulteriori controindicazioni alle fasciature:

  • Recente trauma con sospetto di frattura;
  • Edema importante (in questo caso può essere utilizzato un bendaggio linfodrenante, o con bende impregnate di pasta all’ossido di zinco);
  • Lesioni tendinee;
  • Turbe circolatorie;
  • Malattie dermatologiche.

Nell’ambito clinico si possono applicare diversi tipi di bendaggio sportivo. Le articolazioni maggiormente coinvolte sono la spalla (spesso negli sport overhead, o traumatici come il rugby o il football americano), il ginocchio e la caviglia. (1)

Il bendaggio funzionale alla caviglia è l’unico che presenta maggior prove di efficacia rispetto alle altre articolazioni. Infatti, è stato riscontrato che incrementa immediatamente la forza nel salto verticale, e migliora la stabilità di caviglia con un miglioramento della propriocezione e dell’equilibrio a due settimane e a due mesi. (2)  Il miglioramento della propriocezione sembra dovuto ad una miglior sollecitazione dei meccanocettori cutanei che a loro volta guidano con più precisione la posizione del piede. Inoltre, le afferenze recettoriali della fasciatura inducono degli aggiustamenti plastici nel sistema nervoso centrale con un incremento dell’eccitabilità dei motoneuroni e dei riflessi posturali. (3) (4)

La fasciatura migliora la cinematica del piede durante la deambulazione, incrementando la flessione dorsale nella fase di swing. Questa caratterista diminuisce il rischio di infortunio in inversione e flessione plantare. (5)

Il bendaggio funzionale di caviglia, soprattutto in seguito ad infortunio distorsivo, è supportato da diversi studi, anche se nella comunità scientifica non c’è ancora la piena uniformità di giudizio sui suoi reali effetti. (6)


Come si esegue il bendaggio funzionale?

Per eseguire il bendaggio funzionale serve:

  • Forbice;
  • Salvapelle (non sempre necessario);
  • Banda elastica adesiva;
  • Tape anaelastico.

Passaggi per eseguire un bendaggio funzionale di caviglia in seguito al tipico infortunio di distorsione in inversione:

  1. Igienizzare e pulire la cute, facendo asciugare bene. Procedura importante per far aderire meglio le bende applicate successivamente. In commercio esistono anche diversi collanti a spray che aumentano la capacità adesiva del tape.
  2. avvolgere la caviglia fino a metà gamba con il salvapelle, per evitare di creare fastidiosi frizionamenti sulla cute, e facilitare la successiva rimozione. Alcuni fisioterapisti preferiscono eseguire la fasciatura senza l’applicazione del salvapelle, per renderla più rigida sulla cute e per incrementare l’effetto del tape sui recettori cutanei.
  3. applicazione la banda elastica adesiva, che dovrà essere applicata con una certa tensione in direzione opposta al movimento che dovrà essere limitato (facilitare l’eversione e limitare l’inversione, si può chiedere anche al paziente di mantenere il piede in eversione durante l’applicazione della fasciatura).
  4. A questo punto è necessario fissare la benda elastica adesiva con degli ancoraggi con il tape anaelastico, che serviranno anche come appoggio per le successive bende di tape che formeranno le “staffe” della fasciatura. Quindi si fissano due ancoraggi alle estremità della fasciatura, per tutta la circonferenza della gamba e del piede senza applicare tensione per evitare ostruzioni della circolazione.
  5. Le staffe possono essere posizionate in diversi modi, avranno l’obiettivo di apportare la correzione definitiva desiderata, utilizzando il tape rigido anaelastico. Possono essere messe più staffe a partire dalla pianta del piede, decorrendo in direzione esterna perimalleolare andando ad inserirsi sull’ancoraggio a metà gamba. Oppure si può creare una staffa più lunga, che attraverso una forma ad U verrà fissata all’ancoraggio in alto in zona mediale, e passando sotto la pianta del piede si andrà a fissare dalla parte opposta dell’ancoraggio.
  6. Una volta raggiunta la stabilità e la rigidità voluta, si può chiudere la fasciatura con degli ulteriori ancoraggi che andranno a fissare le varie porzioni di tape.

In generale tutte le fasciature stabilizzanti seguono i principi della biomeccanica articolare e l’anatomia delle strutture. Quindi seguendo questi principi si può stabilizzare l’articolazione per salvaguardarne l’integrità strutturale.


Conclusione

Il bendaggio funzionale di caviglia è un ottimo alleato per il fisioterapista che può aiutare il paziente o uno sportivo in seguito ad un infortunio distrattivo di caviglia. Inoltre, è una metodica rapida, con poche controindicazioni e poco costosa. Restano dubbi sui meccanismi di efficacia, le teorie più accreditate sembrano essere quelle riguardanti il miglioramento della propriocezione, in tutti i modi ne è consigliato l’utilizzo.

Non ci sono prove di efficacia invece per i bendaggi funzionali riguardanti la spalla, il ginocchio, e la rotula (fasciature per medializzare o lateralizzare la rotula). Probabilmente la posizione degli ancoraggi non li fanno essere così influenti come sulla caviglia. Sarebbero comunque necessari un numero maggiore di studi per verificarne effettivamente l’utilità. (7)