Fisioterapia all’estero: esperienza di un Master of Science

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master of science in fisioterapia
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Oggi parliamo con Alice Munari, fisioterapista OMPT, docente presso il Master in Riabilitazione dei Disordini Muscoloscheletrici dell’Università di Genova. Ha frequentato il Master of Science in Sport and Exercise Medicine presso l’Università dell’Ulster a Belfast. Discuteremo della sua esperienza di master in fisioterapia all’estero.


Quali sono i requisiti d’accesso formativi e linguistici? Quali problemi hai riscontrato nella tua domanda di ammissione?

Ciao Niccolò, prima di tutto vorrei sottolineare che i requisiti linguistici sono quelli che ho dovuto sostenere nel 2016, e non so se vi sono state variazioni. Ad ogni modo ho dovuto sostenere la certificazione IELTS Accademica, ed era richiesto un livello B2; il test è formato da 4 parti e ogni parte singolarmente doveva essere sopra i 5.5 punti

A livello di requisiti formativi è servita la mia Laurea italiana ma ho dovuto richiedere il certificato tradotto in Inglese. Tra le cose che mi hanno più colpito nella compilazione dell’ammissione c’erano la richiesta di uno o più contatti che potessero dare le mie referenze e la compilazione del ‘Personal Statement’. La richiesta delle referenze mi ha lasciata un po’ spiazzata, è così infrequente qui in Italia…! Mi ha anche messo un po’ in difficoltà preparare il Personal Statement, un documento dove si deve presentare sé stessi, le proprie capacità, esperienze ed esprimere con entusiasmo il perché si voglia intraprendere un percorso di specializzazione, spiegando perché si è scelto quell’università specifica e quale valore aggiunto la mia presenza avrebbe portato alla loro università.

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Come ti sei orientata nella scelta dell’università?

Credo che la prima cosa da considerare, oltre alla padronanza della lingua del Paese in cui si andrà a studiare, sia valutare attentamente se la laurea italiana verrà riconosciuta o meno. Ci sono Paesi europei dove Fisioterapia dura 4 anni, e quindi la nostra triennale non è riconosciuta, e ci sono Paesi (come il Regno Unito) dove invece la laurea di base dura 3 anni e che quindi riconosceranno il titolo consentendo l’accesso a una specializzazione. 

Vi sono molti altri fattori da considerare e purtroppo non ci sono graduatorie. Bisognerà tenere conto di quale specializzazione si vuole intraprendere, e confrontare i vari programmi delle varie università. Inoltre sarà importante conoscere o informarsi sui docenti e sul livello della docenza stessa. E un altro fattore da non sottovalutare sono i costi, le tasse universitarie all’estero possono diventare davvero impegnative, soprattutto in università dai nomi molto conosciuti. 


Come sono strutturate le lezioni? Si dice che nel Regno Unito siano molto limitate le lezioni frontali e che il metodo insegnamento sia molto diverso rispetto a quello italiano. È davvero così?

Il Master of Science prevede 160 crediti (e non 120 come la nostra specialistica) e può essere effettuato in due modalità: quella full time che dura un anno (dove è necessario trasferirsi e l’enorme impegno richiede la presenza in loco nonché l’esclusività – credo sia impossibile fare altro) e quella part time che è divisa in tre anni da 60 crediti l’uno. Io ho scelto di seguirla part-time, avendo uno studio qui a Marostica (VI).

A Belfast la modalità part-time prevede che le lezioni siano organizzate in ‘moduli’ di circa 5 giorni di docenza (9-17) ogni mese e mezzo da ottobre a maggio, anche se poi questi moduli possono variare. 

Vi sono sicuramente lezioni frontali, ma effettivamente il metodo di insegnamento è completamente differente. Prediligono tesine, lavori di gruppo, progetti presentati in classe e discussi coi colleghi e coi docenti… Sicuramente una grande crescita ma anche un grande impegno personale (o di gruppo) a casa. Vorrei però farvi un esempio che mi è rimasto… Un giorno avevamo lezione frontale con lo stesso docente tutto il giorno. Beh, dopo circa 50 minuti di lezione ci ha fatti alzare in piedi e mettere ai lati della classe, a due a due, uno di fronte all’altro. Il docente ha estratto delle palline da tennis e ci dava dei ‘comandi’ tipo lanciate la pallina con la mano destra in equilibrio sul piede sinistro, e viceversa, cambiando di continuo i comandi. Io ero tutta intenta a capire cosa volesse insegnarci (dovevo forse pensare alla biomeccanica del gesto tecnico vedendo le variazioni posturali dei miei colleghi in base a quale era il braccio di tiro o in base al piede che era in appoggio?). Nulla di tutto ciò… era una tecnica per non perdere la nostra attenzione, in quanto ci sono studi che dimostrano che l’attivazione (anche blanda) muscolare migliora o riporta il livello attentivo ad alti livelli. Quel giorno mi sono trovata a lanciare palline molte volte coi miei colleghi, ridendo ed eseguendo le varie richieste motorie, e l’ho trovato davvero utile per l’attenzione prolungata richiesta dalla lunga giornata, nonché così ‘distante’ dalla nostra realtà…


Com’era la qualità e la disponibilità dei docenti?

I docenti erano incredibilmente aggiornati e disponibili, pronti a mettersi in discussione e a venire incontro alle richieste degli studenti. Per primo il coordinatore del corso, che mi è spesso venuto incontro considerando la distanza. Un esempio pratico è stato un esame teorico per il quale sarei dovuta salire apposta dall’Italia, e quindi sarebbe stato un problema per la mia organizzazione. Per venirmi incontro mi ha organizzato l’orale nell’ultimo giorno di lezioni teoriche del ‘blocco’ di aprile, così da non dover tornare apposta per un’ora di esame a maggio. Ma erano così disponibili anche con altri studenti: Louise ad esempio, una mia compagna, è nella nazionale di Rugby irlandese e quindi spesso in ritiro o con gare in giro per il mondo. E così come per me e per molti altri colleghi, anche per lei c’era un’enorme disponibilità ad andare incontro alle sue esigenze. 


Quali sono le maggiori difficoltà che hai riscontrato nel percorso di studio?

Inizialmente anche solo l’accento… non so se avete mai sentito parlare una persona dell’Irlanda del Nord, ma sembra parlino una lingua tutta loro! Poi pian piano ci si fa l’abitudine e l’orecchio. Di difficoltà ve ne sono state molte, credo che la maggiore sia stata la mia organizzazione personale nel trovare il tempo e le energie per studiare, lavorando dal lunedì al venerdì… e il carico di studio è decisamente importante. 


È possibile il riconoscimento del percorso di studio in Italia?

Ad oggi purtroppo no. Non esistendo in Italia una Laurea specialistica in Fisioterapia dello Sport non esiste un percorso di studi analogo a cui compararlo. Allo stato attuale l’unica Laurea Magistrale presente in Italia è quella in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie (comune a molte professioni sanitarie) e quindi l’unico modo sarebbe richiedere il riconoscimento degli esami in comune, integrando con gli esami che non sono presenti nel percorso irlandese, ma ad ogni modo avrei una Magistrale in Scienze Riabilitative, non certo in Fisioterapia dello Sport! Credo che il fatto di non avere la possibilità di riconoscere un percorso estero solo perché non presente nel nostro Paese sia una grande perdita di conoscenze e competenze, e spero vivamente che questa cosa possa cambiare presto!

In Italia invece, la formazione specialistica è legata ai master di primo livello, in questo settore abbiamo infatti solamente dei master in fisioterapia sportiva.

alice munari