Corpo adiposo di Hoffa: una panoramica generale
Il corpo adiposo di Hoffa è diventato negli ultimi anni un argomento di grande interesse principalmente per due ragioni: le cellule staminali derivanti dal tessuto adiposo sono state studiate per la loro capacità di produrre una riparazione della cartilagine, e il corpo di Hoffa potrebbe avere un ruolo importante nella patogenesi dell’osteoartrosi. Quali sono però le caratteristiche di questa struttura?
Corpo adiposo di Hoffa: cos’è?
Il corpo di Hoffa è una struttura intracapsulare ed extrasinoviale che si trova nella zona anteriore del ginocchio e la sua parte posteriore è coperta da un rivestimento sinoviale. Una porzione di questo rivestimento, il legamento mucoso o plica infratellare, si estende posteriormente per inserirsi nella gola intercondiloidea del femore 1. Il corpo adiposo di Hoffa si trova inferiormente alla rotula, dietro al tendine rotuleo e davanti ai condili femorali e al piatto tibiale. Nella sua parte posteriore ci sono due pieghe sinoviali: una verticale e situata nella parte superiore e una orizzontale posizionata nella parte postero inferiore. Inoltre, è una delle tre strutture di tessuto adiposo del compartimento anteriore del ginocchio, le altre due sono la borsa prefemorale (o sovratrocleare) e la borsa sovrapatellare 2.
Il principale apporto di sangue al corpo di Hoffa deriva principalmente dall’arteria genicolata superiore e inferiore, e in parte minore dall’arteria genicolata media. Tutte queste sono rami dell’arteria poplitea, la quale origina dall’arteria femorale 3.
Inoltre, in questa struttura è presente un’alta percentuale di fibre nocicettive che liberano la sostanza P, che può causare vasodilatazione e migrazione dei globuli bianchi dai capillari ai tessuti vicini, causando edema e, quindi, impingement del corpo di Hoffa 4. Il suo ruolo rimane ancora sconosciuto, secondo alcuni ricercatori è considerata una riserva di cellule staminali, mentre per altri ha un ruolo biomeccanico 5. Il tessuto adiposo di Hoffa, infatti, è mobile e può cambiare la propria forma, posizione e volume in base alla posizione del ginocchio. Durante la flessione di ginocchio scivola posteriormente, mentre durante l’estensione tende a portarsi in avanti, evidenziando che la mobilità del corpo di Hoffa può avere quindi un ruolo cruciale per l’articolazione del ginocchio 6. Infatti, in caso di fibrosi possono verificarsi aderenze nel compartimento anteriore, le quali possono diminuire la mobilità del tendine rotuleo e creare resistenza alla traslazione laterale della rotula in completa estensione. Inoltre, queste aderenze possono influenzare la biomeccanica della tibia. Il tendine rotuleo, che ha una minor mobilità , può imprimere una forza anteriore sulla tibia, aumentando la traslazione di quest’ultima tra i 30° e i 60° di flessione 7.
La sindrome di Hoffa: diagnosi e trattamento
La Sindrome di Hoffa è una problematica riscontrata maggiormente nelle donne giovani, in chi pratica sport che richiedono continui salti e chi ha un’importante lassità legamentosa. Ancora non si conosce molto sulle possibili cause dell’infiammazione di questa struttura del ginocchio, ma l’overuse e i microtraumi ripetuti possono provocare un’ipertrofia del tessuto adiposo. Se il corretto recupero da questi microtraumi dovesse fallire, potrebbe instaurare uno stato d’infiammazione cronico 8.
La diagnosi della sindrome di Hoffa è considerata una diagnosi per esclusione. Infatti, è molto importante condurre un’anamnesi dettagliata e svolgere un attento esame obiettivo per differenziare questa problematica da altre condizioni.
Solitamente, i sintomi descritti sono dolore, definito come bruciante e profondo 9, nella zona anteriore del ginocchio (spesso in zona infrapatellare e retropatellare) e in particolari durante movimenti come la salita o discesa delle scale, il salto e la corsa. Possono essere presenti, inoltre, crepiti e una riduzione del ROM del ginocchio in estensione 10. Secondo Hoffa et al., i pazienti con questa problematica non riescono a raggiungere un’iperstensione del ginocchio. Per questo motivo l’autore ha proposto un test per confermare la diagnosi della sindrome di Hoffa. Il test consiste nell’applicare una pressione nella zona mediale o laterale al tendine rotuleo a ginocchio flesso, il quale viene esteso passivamente dal fisioterapista mentre si mantiene la forza applicata. Il test è positivo quando il paziente riporta dolore durante gli ultimi 10° di estensione 11. Kumar et al., però, hanno proposto una variante, poiché hanno ritenuto che il dolore, riportato dal paziente in seguito alla pressione ai lati del tendine rotuleo, potesse essere provocato dalla pelle, dal grasso sottocutaneo o dalla fascia, creando così dei falsi positivi. Per questo motivo hanno consigliato di applicare la forza sulla zona prossimale della tibia con una mano, mentre l’altra tiene in tallone sollevato 12.
Il ruolo dell’imaging in questa patologia, invece, rimane ancora incerto. Alcuni autori ne raccomandano l’utilizzo, consigliando principalmente l’uso della RMN, mentre altri come Kumar et al. sconsigliano la necessità dell’esame strumentale. Quest’ultimo raccomanda l’utilizzo della risonanza magnetica solo per escludere altre patologie (ad esempio frattura, lussazione della rotula oppure lesione del LCA) che possono aver causato l’infiammazione del corpo di Hoffa 12.
In letteratura, nella gestione di questa problematica è fortemente raccomandato il trattamento conservativo come prima strategia d’intervento 13. Al paziente è inoltre consigliato, se necessario, una riduzione del peso corporeo, in quanto è stata riscontrata una correlazione significativa tra un elevato BMI (Body Mass Index) e la malattia di Hoffa 14.
In fase acuta l’obiettivo è ridurre la sintomatologia del paziente riducendo il carico, utilizzando alcuni bendaggi (ad esempio quello proposto da McConnel et al.) e aumentando la forza muscolare dell’arto inferiore sintomatico, includendo anche esercizi per il controllo motorio e il rinforzo dell’anca 15. Poiché in questi pazienti il dolore è riprodotto dall’estensione del ginocchio, esercizi come la contrazione isometrica in estensione e il sollevamento dell’arto inferiore a ginocchio esteso sono sconsigliati. Al contrario, gli esercizi in catena cinetica chiusa sono quelli più efficaci per migliorare il controllo motorio e rinforzare la muscolatura 16. Un esercizio iniziale efficace può essere lo squat svolto in un range ridotto (0°-30°) 9.
Per ridurre la sintomatologia del paziente possono essere utilizzare anche iniezioni locali di corticosteroidi, in particolare 1-3 iniezioni di 6 cc al 2% di lidocaina con 50 mg di idrocortisone a intervalli di 4-6 settimane 17.
Quando il trattamento conservativo non ottiene un significativo miglioramento dei sintomi, è consigliato il trattamento chirurgico . Le diverse tecniche chirurgiche includono asportazione del corpo di Hoffa, debridement della fibrosi ipertrofica, sinoviectomia, release della plica infrapatellare e denervazione del polo inferiore della rotula 15. Infine, anche la resezione artroscopia parziale del corpo di Hoffa sembra ottenere ottimi risultati 18.
Conclusione
Il corpo di Hoffa è un tessuto molto innervato e può essere una possibile causa di dolore anteriore del ginocchio. Nella diagnosi di questa problematica è importante svolgere un’anamnesi accurata, in modo da escludere altre patologie che possono presentare caratteristiche simili a quest’ultima. Il trattamento conservativo deve essere il primo tipo d’intervento da proporre a pazienti con sindrome di Hoffa. Quando quest’ultimo non è efficace bisogna considerare l’intervento chirurgico e, quindi, indicare al paziente una visita specialistica ortopedica.
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