Text Neck: abbiamo creato una nuova patologia?

Nell’ultimo decennio l’uso del cellulare è notevolmente aumentato. I suoi innumerevoli vantaggi hanno invogliato le persone a un uso sempre maggiore dello smartphone, tanto che i ragazzi già all’età di 10-11 anni ne possiedono uno. Infatti, il telefonino è diventato ormai uno strumento essenziale per comunicare con gli altri, che sia un amico o un collega di lavoro. La sua comodità ci consente di portarlo sempre con noi ed essere costantemente in contatto con le altre persone, mentre siamo a casa o stiamo camminando per strada.

Quest’uso sproporzionato ha spinto, però, alcuni autori (1) a ipotizzare che l’uso eccessivo del cellulare potesse essere associato all’insorgenza di nuovi dolori muscoloscheletrici, in particolare della zona cervicale. L’esposizione al carico mentre si usa il cellulare è una richiesta a bassa intensità, ma con movimenti ripetuti del polso, specialmente quando il telefono è tenuto in una sola mano, e con il collo mantenuto in flessione (2). Questa posizione prolungata, senza un supporto per le braccia, nel tempo potrebbe essere potenzialmente dannosa per il rachide cervicale.

Negli ultimi anni, quindi, è stata proposta la definizione “text neck syndrome” per descrivere un dolore cervicale in quelle persone che usano per molto tempo dispositivi mobili, in particolare il cellulare.


Cos’è il Text Neck?

Il paziente con sindrome del text neck presenta solitamente dolore al collo, sensazione di rigidità e indolenzimento. La rigidità rende difficoltosi i movimenti del collo dopo un uso prolungato del cellulare. Il dolore, invece, descritto come sordo o acuto, può essere localizzato in un punto ben preciso o in un’area diffusa, solitamente nella parte inferiore del collo. Nella sindrome text neck il dolore può anche irradiare lungo l’arto superiore e la tensione muscolare del rachide cervicale può provocare una cefalea di tipo mio-tensivo (3).

Per spiegare l’insorgenza di questa patologia, gli autori sostengono che, quando una persona sta scrivendo un messaggio, la sua postura a livello cervicale è completamente modificata sul suo piano sagittale e il collo, mantenuto in flessione, è sottoposto a uno sforzo muscolare prolungato (1). Il carico che la zona cervicale deve sostenere, aumenta progressivamente con l’aumentare della flessione (4). Infatti, in posizione neutra il peso del capo è circa di 10-12 lbs, a 15° di flessione di 27 lbs, 49 lbs a 45° e 60 lbs a 60°. Inoltre, le persone sembrano mantenere un maggior grado di flessione cervicale in posizione seduta o mentre camminano e stanno scrivendo un messaggio, rispetto a quando navigano su internet o stanno vedendo un video(1). Le conclusioni, ottenute in questi studi, basati su modelli biomeccanici, potrebbero essere, secondo gli autori, una plausibile motivazione per giustificare una maggior presenza di degenerazione del disco intravertebrale a livello cervicale in soggetti giovani. Questo quadro degenerativo potrebbe, di conseguenza, causare una maggiore probabilità d’insorgenza di dolore cervicale tra gli adolescenti. I ragazzi con dolori muscolo scheletrici, infatti, sono negli ultimi anni in continuo aumento. Al dolore cervicale sarebbe associato anche un deficit della propriocezione durante la flessione cervicale, contrariamente ai movimenti in estensione e rotazione (5).


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Dolore Cervicale

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È davvero pericoloso guardare il cellulare con il collo flesso?

Questa correlazione, sostenuta dai modelli biomeccanici, a un primo impatto sembrerebbe trovare conferma in alcuni degli studi riportati in letteratura. Studenti che usano il cellulare per circa 3 ore al giorno sono coloro che maggiormente (67,8%) sviluppano dolore al collo, anche se la maggior parte di loro ha sintomi lievi (6). In particolare, i ragazzi, che inviano più di 20 messaggi al giorno, sono coloro che maggiormente sviluppano dolori cervicali (7).

Il cellulare è, quindi, veramente uno strumento così dannoso? Come bisogna comportarsi a fronte di queste informazioni? Dobbiamo togliere immediatamente il telefonino dalle mani degli adolescenti che lo stanno utilizzando? La risposta è no, lasciamo che i ragazzi possano scambiare messaggi tranquillamente con i loro amici. Proviamo a capire insieme il perché. È vero che gli studi citati, come altri presenti in letteratura, sostengono che il cellulare possa essere un fattore di rischio per il dolore al collo, ma, come confermato in una recente revisione sistematica, queste pubblicazioni presentano un elevato rischio di bias (8). La qualità di questi studi, per la maggior parte case-control, è mediamente bassa e le informazioni metodologiche sono spesso insufficienti o poco chiare. Al contrario, sono necessari studi longitudinali e con alta qualità metodologica per rafforzare i risultati ottenuti.

Analizzando lo studio longitudinale di Damasceno et al., infatti, non emerge nessuna associazione tra dolore cervicale e posizione del collo mentre si scrive un messaggio. Lo studio includeva 150 adolescenti tra i 18 e i 21 anni (9). Anche lo studio di Gustafsson et al., citato in precedenza, in realtà supporta i risultati di Damasceno et al. Infatti, a 5 anni di follow-up, sia nei soggetti sani sia in quelli sintomatici non è stata trovata nessuna correlazione significativa tra dolore al collo e l’uso del cellulare (7).

Se lo smartphone non causa dolore cervicale, possiamo lasciare il cellulare ai ragazzi tutto il tempo che vogliono? No, in realtà nemmeno questo è corretto. Infatti, oltre agli effetti che un uso prolungato del cellulare può provocare sulla salute generale (10), può anche incidere sul sistema muscoloscheletrico. Infatti, il corpo, nonostante abbia una buona capacità di adattamento al carico, tende a non sopportare a lungo posizioni statiche.  Perciò per ridurre la probabilità d’insorgenza di nuovi dolori muscoloscheletrici possiamo seguire alcuni semplici consigli mentre usiamo il cellulare, ad esempio evitarne l’uso eccessivo, cambiare spesso posizione ed evitare posture scomode durante l’utilizzo prolungato (8).


Conclusioni

Secondo quanto emerge dalla letteratura, usate e lasciate utilizzare ai ragazzi quando vogliono il cellulare per vedere un video o sentire gli amici, ma invogliateli a scegliere sempre una camminata o un giro in bicicletta piuttosto che a restare sul divano con lo smartphone in mano. Uno studio pubblicato su Spine (11), inoltre, ha dimostrato come il tratto cervicale possa tollerare 250 Kg di peso prima di subire un cedimento strutturale, senza considerare che i cadaveri presi in considerazione nello studio non hanno neppure alcuna capacità di adattamento, per cui potrebbe esser anche maggiore il peso che possono sopportare.

Stare curvi sul cellulare non è quindi il male assoluto: siamo abituati da sempre a muovere il collo in flessione e siamo nati per farlo. Se fosse un movimento così dannoso probabilmente il nostro rachide cervicale non si sarebbe evoluto potendosi muovere in flessione.