Pain Catastrophizing Scale

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La Pain Catastrophizing Scale (PCS) è una scala di misura che si basa su un questionario autocompilativo composto da 13 item, designato per valutare la catastrofizzazione di pensieri legati al dolore in adulti con o senza dolore cronico.

Lo strumento è stato validato per la prima volta nel 1995 dal gruppo di ricerca americano di Michael J. e L. Sullivan, dopo che precedenti ricerche avevano dimostrato una relazione consistente tra reazioni di angoscia/catastrofizzazione e stimolazione dolorosa, nonostante la precisa natura ai tempi fosse ancora incerta[1]. Ad oggi la scala è stata tradotta e validata in 27 lingue[2] tra cui in Italiano nel 2012 dal gruppo di M.Monticone et al.[3]


Descrizione del questionario

La Pain Catastrophizing Scale si presenta come un questionario di 13 punti, dove ad ognuno di essi è possibile attribuire un punteggio da 0 (mai) a 4 (sempre).

È preceduto da una breve prefazione e dalle istruzioni per la compilazione. La somministrazione del questionario è gratuita, necessita di carta e penna o di un supporto elettronico e non occorre un precedente training dell’operatore.

È possibile, inoltre, dividere il questionario in 3 sottoscale:

  • Rumination (PCS-R): item 8, 9, 10, 11 (es. non posso smettere di pensare a quanto fa male);
  • Magnification (PCS-M): item 6, 7, 13 (es. sono in ansia che qualcosa di grave possa accadermi);
  • Helplessness (PCS-H): item 1, 2, 3, 4, 5, 12 (es. non c’è nulla che posso fare per ridurre il mio dolore).

La scala nella sua versione originale è stata validata per: popolazione adulta sana, osteoartrite e dolore cronico. La sua versione italiana è stata validata solo relativamente al mal di schiena cronico ed inseguito ad una discussione tra esperti la distribuzione degli item rispetto alla versione originale è stata generalmente confermata ad eccezione dell’item 1 (inserita nella sottoscala Rumination invece che Helplessness) e 6 (inserita in Helplessness invece che Magnification).[3]

Valori Psicometrici

La Pain Catastrophizing Scale nella sua versione originale in merito al dolore cronico ha mostrato buone proprietà psicometriche tra cui: eccellente affidabilità test-retest, eccellente consistenza interna per lo score totale e adeguata/eccellente per le sottoscale, eccellente validità di costrutto e un MDC soddisfacente[1,4,5]. Tali proprietà sono risultate abbastanza coerenti nelle varie traduzioni linguistiche e culturali effettuate.

Nello specifico, nella sua versione italiana, queste sono state calcolate su un campione di 180 soggetti di cui 77 donne e 103 uomini con un età media di 44 anni e con riferito mal di schiena in media da 1 anno[3]. Sono state indagate:

  • Accettabilità: il test è stato ben accetto dal 100% del campione e il questionario è stato completato da tutti in circa 5 minuti senza problemi di comprensione;
  • Consistenza interna: eccellente (Cronbach’s alfa = 0.92);
  • Affidabilità test-retest: altamente significativa (ICC= 0.842);
  • Validità: è stata dimostrata una moderata correlazione con: Numeric Pain Rating scale (NPRS), Tampa scale of Kinesiofobia (TSK), Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS) e  Positive and Negative Affect Scale (PANAS) nella sottoscala “Negative”.
  • Sensibilità al cambiamento: soddisfacente (MDC = 10.45).

Interpretazione dei risultati

La Pain Catastrophizing Scale è composta da 13 item dove ogniumo di essi ha 5 risposte possibili:

  • 0 = mai;
  • 1 = raramente;
  • 2 = qualche volta;
  • 3 = spesso;
  • 4 = sempre.

Il punteggio totale è di 52 punti mentre i punteggi massimi per ogni sottoscala sono:

  • Helplessness: 24 punti;
  • Rumination: 20 punti;
  • Magnification: 8 punti.

Il livello di catastrofizzazione aumenta con l’aumentare del punteggio totale. In aggiunta la versione originale in inglese identifica un valore cut-off (>30) per cui sembra esserci un livello di catastrofizzazione del dolore cronico clinicamente rilevante[1,6]. Tale valore identifica il 75° percentile della distribuzione del campione.

Infine, i punteggi delle sottoscale da sole non identificano un dato preciso di catastrofizzazione, ma forniscono un utile strumento clinico per comprendere i fattori che maggiormente influenzano i pensieri negativi legati al dolore e permettono di intervenire con un adeguato progetto riabilitativo individuale.